Non poteva essere altrimenti, dopo la Manovra da piena austerità firmata Giancarlo Giorgetti. La Commissione Ue non poteva che promuovere il Documento programmatico di bilancio italiano, ma lo fa sottolineando i punti critici della legge di Bilancio. Tanto che il commissario all’Economia, Valdis Dombrovskis, spiega che bisogna puntare su riforme sostanziali per incentivare la crescita, definita “lenta”. Riforme che nella Manovra mancano, come confermato dallo stesso governo che ha scritto che la legge di Bilancio non avrà effetti sul Pil. Ma andiamo con ordine e partiamo dalle note positive.
L’Italia rientra, per la Commissione Ue, tra i dodici Paesi con un Dpb conforme, come emerge dal pacchetto del semestre europeo. Resta, comunque, tra i nove Stati in procedura per disavanza eccessivo e, come previsto, resterà “in sospeso” in attesa dell’esito finale in primavera sulla base dei dati consolidati del 2025. La spesa pubblica netta, in Italia, dovrebbe crescere nel 2025 e nel 2026 entro i limiti raccomandati dall’Ue, considerando che Roma ha rispettato la raccomandazione sulla crescita massima della spesa netta, nuovo parametro di riferimento del Patto di stabilità.
Crescita e Pnrr, l’allarme dell’Ue
Ma le buone notizie finiscono qui. Perché, intanto, l’Italia è tra i sette Paesi per i quali, nel Meccanismo di allerta macroeconomica, sono previste analisi approfondite. Tra le raccomandazioni di Bruxelles ci sono il completamento del Pnrr, il rafforzamento di produttività e investimenti e il mantenimento della traiettoria di spesa sul percorso raccomandato dall’Ue. Anche Dombrovskis, in conferenza stampa, ha ribadito che la crescita “è ancora relativamente lenta” e “bisogna accelerare sulle riforme strutturali e concentrarsi sull’uso dei fondi di coesione per sostenere gli investimenti pubblici”.
Pur venendo rispettati i requisiti del nuovo quadro fiscale e pur avvicinandosi l’uscita dalla procedura per disavanzo, sottolinea il commissario Ue, Roma cresce poco, dello 0,4% quest’anno e dello 0,8% il prossimo. Nel caso dell’Italia, spiega Dombrovskis, è “particolarmente importante lavorare su quelle riforme strutturali che favoriscono la crescita in termini di sostegno da parte dei fondi dell’Ue”. Riforme che mancano nella Manovra e che non sosterranno quindi il Pil. Decisivo è poi il passaggio sul Pnrr, che “rappresenta un importante impulso per l’economia italiana”: con il suo termine, è necessario “garantire una transizione graduale ora che ci avviciniamo alla scadenza” con un maggior “utilizzo dei fondi di coesione” per sostenere gli investimenti.