L’Ufficio di bilancio, un’Authority che costa 6 milioni ma non produce nulla

di Carmine Gazzanni

Un Ufficio. Un Consiglio di sole tre persone. Stipendi stratosferici e, ad oggi, pochi atti firmati. Forse troppo pochi se si pensa che l’Ufficio parlamentare di bilancio costa alle casse+ pubbliche ben 6 milioni di euro l’anno. Questo lo stanziamento previsto l’anno appena trascorso, e questo lo stanziamento confermato nel bilancio di previsione 2014 presentato in questi giorni alle Camere. Nel mezzo, però, poca roba. Poche delibere, molte delle quali per assunzioni o spostamento di personale, e stipendi invece che toccano il massimo consentito.

ITER CAOTICO
Basterebbero queste poche righe per descrivere cosa sia l’Ufficio parlamentare di Bilancio e, soprattutto, la sua attività nei suoi 7 mesi di vita. Mesi che in realtà sarebbero dovuti essere anni. Già, perché l’Upb, che come si legge dal sito è “un organismo indipendente che ha il compito di svolgere analisi e verifiche sulle previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica del governo”, era stato previsto sin dall’approvazione della legge di riforma costituzionale sul pareggio di bilancio. Peccato però che ciò che doveva nascere già a gennaio 2013 ha avuto clamorosi ritardi. Soltanto il bando per la selezione del Consiglio, infatti, è stato emanato un anno dopo, a dicembre. Dopodichè si sono dovute pronunciare anche le commissioni parlamentari.

LAVORO ESTENUANTE
Insomma, alla fine sono passati mesi. E soltanto a maggio l’Ufficio si è insediato. Cosa è stato fatto da allora dal presidente Giuseppe Pisauro e dai consiglieri Chiara Goretti e Alberto Zanardi? Basti consultare il sito per rendersene conto. Nel giro di 7 mesi, infatti, l’Upb ha tenuto soltanto due audizioni (una a settembre e una a ottobre) e ha attuato, in tutto, 14 delibere di cui la maggior parte, però, riguardano questioni interne: si va dalla “richiesta di personale di altre amministrazioni” alla “acquisizione dei servizi connessi allo svolgimento delle missioni istituzionali” fino ai “criteri per l’inquadramento del personale fuori ruolo”.

I SUPERDIRIGENTI
Eppure a leggere il bilancio di previsione 2014 l’attività non parrebbe affatto così sparuta. Almeno stando agli stipendi di cui godono i tre supertecnici. Dalla relazione al bilancio, infatti, si legge che “il trattamento economico del Presidente del Consiglio, da determinarsi in relazione al trattamento riconosciuto al Presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, è pari al tetto massimo stabilito ai sensi delle predette norme (euro 240.000,00), mentre il trattamento economico di ciascun componente è fissato per legge nella misura dell’80% di tale importo”. Ovvero, 192 mila euro. Insomma, i tre membri del Consiglio arrivano a costare 624 mila euro. Paradossalmente più dei 622 mila euro previsti per il pagamento di tutto il personale che per i primi tre anni sarà costituito da 30 unità. Per poi arrivare ad essere 40.

@CarmineGazzanni