L’onorevole della Lega che non viene da un anno in Parlamento

Luis Roberto di San Martino Lorenzato di Ivrea: l'ultima sua presenza risale a un anno fa. E' stato eletto con la Lega in Sudamerica

L’onorevole della Lega che non viene da un anno in Parlamento

Si chiama Luis Roberto di San Martino Lorenzato di Ivrea, è un deputato brasiliano eletto nella circoscrizione Sudamerica con la Lega. E da oltre un anno è scomparso. Alla Camera non si è più visto.

L’onorevole leghista che non viene da un anno in Parlamento

L’ultima sua presenza è arrivata il 20 febbraio 2020: si voava il decreto Milleproroghe. Un suo collega di partito racconta di averlo visto anche un paio di giorni a luglio. Ma continua a percepire lo stipendio da 13-971 euro al mese. Il Fatto Quotidiano racconta che prima dello scoppio della pandemia era tra i più presenti. Poi è sparito. A un giornalista di Fanpage che l’ha contattato, prima ha negato le assenze, poi ha ammesso, giustificandosi con le restrizioni nei viaggi dal Brasile.

Motivi che non reggono, perché i voli ci sono e il diritto di un deputato a venire in Parlamento è sempre garantito. Avvocato civilista e imprenditore vinicolo, Lorenzato sostiene di discendere da re Arduino d’Ivrea, proclamato sovrano d’Italia nel 1002 dopo Cristo. Per questo si presenta come Conte di San Martino e Signore di Loranzè, attuale capo della Casa Reale di Ivrea. Amico di Bolsonaro, a suo dire la campagna vaccinale in Brasile procede benissimo e le notizie drammatiche che arrivano da lì sono fake news e “sciacallaggio”. In uno degli ultimi post su Fb si appella a Santa Giacinta per far finire la pandemia nel Paese sudamericano.

Poi non si vede e non si sente più per molto tempo. Curioso. O no? Fanpage racconta che raggiunto al telefono nel buen retiro verdeoro, in un primo momento Lorenzato nega di essere un assenteista cronico: “Sono venuto tutti i mesi, ci deve essere stato un problema tecnico”, ci dice. Di fronte alla realtà dei numeri che raccontano le sue innumerevoli assenze, il deputato si incarta. “Non c’è obbligo di votazione, è obbligatorio votare?”, risponde. Sì, sarebbe obbligatorio svolgere il proprio lavoro, gli facciamo notare. A questo punto, la linea cade improvvisamente.

Leggi anche: La Lega ripaga i 49 milioni con i soldi pubblici. La scoperta: il Carroccio restituisce il debito con i soldi dei contribuenti