M5S, Gubitosa: “Positivo il cammino iniziato nel Lazio”

Parla il vicepresidente del M5S Michele Gubitosa: "Nessuna campana a morto. I 5S restano prima forza di opposizione nel Paese".

M5S, Gubitosa: “Positivo il cammino iniziato nel Lazio”

Nessuna débâcle per il M5S. Perché se è vero che “il risultato non ci più di certo soddisfare, ma ci sprona anche a fare di più da oggi in avanti”. E “a chi suona le campane a morto, ricordo che siamo il primo partito di opposizione nel Paese e i sondaggi dimostrano che la tornata elettorale che abbiamo affrontato non cambia questo fatto”. Parola di Michele Gubitosa, deputato M5S e vicepresidente dei pentastellati che assicura: se da una parte “la maggioranza non trova accordo su nulla”, il Movimento di par suo “continuerà a fare quello che sta facendo, combattendo un governo cieco di fronte ai bisogni del Paese”.

Partiamo, però, dal risultato delle regionali.
“Sappiamo che storicamente il M5S si esprime meglio a livello nazionale e che nelle amministrative tende a fare maggiore fatica. Per non parlare della bassissima affluenza, che non ci permette certo di ragionare su valori reali e che resta il vero dato allarmante di queste elezioni. Rifiutiamo però qualsiasi analisi che abbia come unico scopo quello di dipingere un Movimento 5 Stelle in crisi. A chi suona le campane a morto, ricordo che siamo il primo partito di opposizione nel Paese e i sondaggi dimostrano che la tornata elettorale che abbiamo affrontato non cambia questo fatto”.

Quali sono gli aspetti positivi che lei intravede in questo risultato elettorale?
“Il cammino iniziato nel Lazio, un esperimento che ci vedeva come outsider, è sicuramente un dato positivo, visto il poco tempo a disposizione. Questo significa che alcune delle nostre idee, come ad esempio la nostra posizione intransigente sull’inceneritore, hanno in parte pagato. La coerenza del M5S è stata più forte delle sirene del voto utile, che si è tra l’altro rivelato inutile”.

Un po’ di autocritica però bisogna farla. Dove crede avete sbagliato?
“Il vero errore sarebbe stato aspettarsi miracoli, visti i risultati storici in Lombardia e la situazione attuale nel Lazio. Rocca ha vinto con più del 50%, quindi anche con un’alleanza con Pd e Terzo Polo il risultato sarebbe stato lo stesso, con la differenza che avremmo composto un’accozzaglia elettorale e ci saremmo piegati sui temi che ci stanno più a cuore. Credo inoltre che Majorino e in particolar modo Bianchi abbiano avuto troppo poco tempo a disposizione per raccontare una visione diversa delle rispettive regioni, soprattutto visti i sondaggi di partenza della campagna elettorale. Non si può scalare una montagna in pochi giorni”.

I risultati migliori sono arrivati nel Lazio dove il Movimento è andato da solo: bisognerà ragionare anche sul fatto che quando andate da soli il risultato vi premia di più?
“Credo che gli elettori vogliano serietà e coerenza. A prescindere da come ci si presenta alle urne, se da soli o in coalizione, sono le risposte ai bisogni dei cittadini che contano. Ripeto, il nostro atteggiamento coerente sui temi, a partire dall’inceneritore, è stato probabilmente apprezzato”.

Da una parte col Pd, dall’altra divisi. Ora che succede sullo scenario nazionale?
“Ogni tornata elettorale fa storia a sé. Il Pd sta affrontando un cambiamento al vertice, credo che un’eventuale alleanza a livello nazionale dipenda soprattutto dalle posizioni dei dem sui temi che stanno a cuore a noi e ai cittadini, in particolar modo i più fragili. Ripeto, siamo il primo partito di opposizione, non scenderemo a patti per paura di perdere le prossime elezioni. Non è il nostro modo di fare politica. Noi crediamo di essere dalla parte giusta e siamo disponibili a immaginare un percorso comune con chi la pensa come noi, non certo a fare compromessi per qualche punto percentuale in più. Da subito abbiamo letto commenti di esponenti del Pd che si concentravano sul risultato del M5S. Forse dovrebbero guardare di più in casa propria, visto che con la scelta del candidato di Renzi e Calenda perdono una regione governata per dieci anni”.
Intanto la politica parlamentare è presa da altro. A cominciare dalle questioni internazionali.

Come giudica le forti oscillazioni nella maggioranza dopo le parole di Berlusconi su Zelensky?
“Mi sembra evidente che la maggioranza non si trovi d’accordo su nulla. Continua a battibeccare su qualsiasi argomento, per poi fare retromarcia subito dopo. Quello che tiene insieme la maggioranza, al momento, è solo la voglia di restare al potere. Ma intanto il Paese avrebbe bisogno di risposte alle proprie necessità, non certo di teatrini sterili”.

Altro tema che ha creato scossoni nella maggioranza è stato il caso Cospito. Voi avete chiesto le dimissioni di Delmastro che tuttavia pare essere difeso a spada tratta non solo dalla Meloni, ma anche da Nordio…
“Intanto ci tengo a fare una premessa: per noi il 41bis non si tocca. E non si tratta con chi mette a repentaglio la sicurezza del Paese. Lo Stato non può e non deve fare nessun passo indietro di fronte agli atti intimidatori degli anarchici o di chiunque altro. Troppo spesso la destra mette in dubbio la nostra posizione su queste vicende per distogliere l’attenzione dalle proprie responsabilità. Ma evidentemente la Presidente del Consiglio e il ministro della Giustizia sono orgogliosi di quanto fatto da Delmastro. Noi invece crediamo sia molto grave che un Sottosegretario alla Giustizia diffonda materiale riservato e sensibile, rischiando di inficiare le indagini sui rapporti tra mafia e terrorismo proprio mentre lo Stato si trova sotto attacco. E il tutto per cosa? Solo per fare campagna elettorale, per speculare e racimolare qualche voto in più attaccando l’opposizione”.

 

Leggi anche: Il Pd ha perso ma il redivivo Letta esulta. Conte critica i dem cacciati dalla Regione Lazio dopo un decennio