Macché Cina e petrolio. Qui c’è un attacco alle banche italiane. Vuoi vedere che lo scontro tra Renzi e Juncker/Merkel presenta già il conto?

Vuoi vedere che la polemica tra Renzi e Juncker/Merkel presenta già il conto? Di sicuro il crollo di Piazza Affari c’entra poco con la debolezza dell’economia cinese e il calo prezzo del petrolio. Massacrato il Monte dei Paschi di Siena, che perde il 35% in poche settimane e adesso non c’è scelta che svenderlo a qualche istituto estero Ormai è chiaro che a Piazza Affari la frenata dell’economia cinese e il calo del prezzo de petrolio c’entrano fino a un certo punto con il panico delle ultime settimane. Qui sembra piuttosto in atto un attacco alle banche. Come se si scommettesse che l’Italia può tornare nell’occhio del ciclone di Bruxelles e dei mercati e dunque si alleggeriscono le posizioni del settore in assoluto più esposto a una nuova tempesta finanziaria: le banche. I cali della giornata sono spropositati e per gli istituti considerati più deboli la situazione è disastrosa. Così mentre gli indici europei, che oggi non avranno la guida di Wall Street chiusa per festività, viaggiano fiacchi intorno alla parità, Milano alle 15.50 perdeva il 2,36%, con tutti i titoli bancari italiani sotto pressione. Un assedio che ha spinto l’amministratore delegato di Unicredit a smentire ancora una volta la necessità di un nuovo rafforzamento patrimoniale per la sua banca. Ma il timore in realtà è concentrato su tre istituti, che non a caso sono in cima alle perdite di giornata. In prima il Monte dei Paschi di Siena, arrivato a perdere quasi il 15%, portando così a circa il 35% la perdita di valore del titolo da inizio anno. Una crisi che ha bruciato l’intera ultima ricapitalizzazione e adesso costringe i vertici al passo decisivo: svendere l’istituto e sposarlo in fretta al primo offerente estero. Sarà improbabile, infatti, che con questa volatilità dei mercati, possa farsi avanti in Italia un cavaliere bianco disposto ad un’operazione di merger costosissima e piena di incognite. In una situazione simile anche Banca Carige, che perde circa il 10% e un po’ a sorpresa la Banca Popolare dell’Emilia Romagna, che perde l’8,48%. A seguire flessioni importanti si registrano anche su Ubi (-6,6%), Banco Popolare (-5,5%) e Bpm (-4,5%). Male anche Intesa (-3,3%) e Unicredit (-4,4%) Al di fuori del settore bancario, scivolano A2a (-3,5%) e Saipem (-3,1%). Il recupero del greggio (anche il Wti segna +0,9% a 30,65 dollari) dopo che l’Opec ha indicato la sua previsione di un mercato in fase di riequilibrio nel corso del 2016 permette a Eni di risalire dell’1% insieme a Tenaris (+0,7%). Moncler (+1,4%) è la migliore del Ftse Mib grazie all’ottimismo sul 2016 espresso dal ceo Remo Ruffini, mentre Telecom (+0,8%) rimbalza dalla soglia di 1 euro dopo il rafforzamento di Vivendi sopra il 21% del capitale.