Mafia Capitale, parla Buzzi ma nessuno gli crede. Il presidente della cooperativa 29 giugno: con Carminati non abbiamo commesso alcun illecito

Ci vorrà ben altro per convincere gli inquirenti. Davanti al tribunale del Riesame Salvatore Buzzi ha provato a prendere le distanze da Massimo Carminati, ma con tutte le carte e le intercettazioni che sono venute fuori, la versione del presidente della cooperativa 29 giugno non ha di certo convinto i giudici. “Non abbiamo commesso alcun illecito, io Carminati l’ho incontrato per la prima volta nel 2012”, ha affermato Buzzi nel corso di dichiarazioni spontanee. “Qui non è questione di mondo di mezzo – ha proseguito – ma di destra e di sinistra. Ho vinto appalti già quando sindaco era Francesco Rutelli”. Buzzi, inoltre, nel corso delle sue dichiarazioni, avrebbe di fatto preso le distanze “anche ideologiche” da Carminati mentre il suo avvocato, Alessandro Diddi, in una memoria depositata, ricorda come Buzzi sia “un imprenditore che nel tempo ha saputo creare una struttura di cooperative di lavoro attraverso le quali non solo ha dato lavoro e speranza a tanti detenuti, ex detenuti ed a persone disagiate, ma ha creato tantissime occasioni di lavoro che non possono essere certamente considerate espressione di metodo mafioso o di attività illecita”.

LE ALTRE POSIZIONI
Oltre a Buzzi compariranno davanti ai giudici tribunale della Libertà altri 16 indagati, tra cui l’ex ad dell’ente Eur, Riccardo Mancini, Giovanni De Carlo, detto ‘Giovannone’ braccio destro di Carminati, e il dirigente dell’Ama, Giovanni Fiscon. Confindustria, invece, come annunciato dal delegato di viale dell’Astronomia per la legalità, Antonello Montante, si costituirà parte civile nel processo penale avviato dalla procura di Roma nell’ambito dell’indagine.