Manovra, gli automobilisti la pagano cara

di Danilo De Luca

La montagna partorì un topolino. Dopo una serie interminabile di proclami in pompa magna targata Renzi, con i quali si preannunciava lo stop al salasso dei guidatori italiani, arriva la riprova dei fatti. Negativa. Le assicurazioni non registreranno cali dei prezzi e l’Imposta Provinciale di Trascrizione non verrà abolita, come invece era stato millantato. Agli italiani non resta che continuare a informarsi su internet e a confrontare le polizze auto Zurich Connect, Linear ecc. per vedere di beccare la più economica del mercato per risparmiare qualche euro, se vogliono davvero riuscire a limitare le spese sulla macchina.

Il DEF 2014 di appena sei mesi fa aveva aperto a scenari finalmente positivi per gli automobilisti italiani, parlando, cripticamente, di ‘rimodulazione’ della tassa provinciale e di nuove importanti novità sul bollo auto. Alla riprova dei fatti, invece, non è cambiato quasi nulla, e quel poco che è cambiato lo ha fatto in peggio, per gli italiani si intende.

La bozza delle Legge di Stabilità 2015, infatti, ha previsto la reintroduzione del bollo sulle auto storiche di età compresa tra i 20 e i 29 anni, che fino ad oggi erano esonerate dal tributo regionale. Se, da una parte, il provvedimento vuole porre rimedio a una deregolamentazione sulla questione che ha visto l’inflazionamento di vetture dichiarate d’epoca ma, in realtà, semplicemente vecchie, dall’altra è lecito domandarsi se non sarebbe stato più adeguato intensificare i controlli e rivedere le normative sull’etichettatura di tali mezzi. È innegabile che la soluzione scelta dal Governo ha il merito di essere decisamente più pratica.

Intanto la Legge ha spazzato via anche le speranze di un’abolizione – o quanto meno un alleggerimento – dell’Imposta Provinciale di Trascrizione. Con l‘abolizione formale delle province, era lecito aspettarsi un annullamento anche della tassa, in quanto riscossa dagli enti in questione. Invece, nulla di fatto. L’IPT resta dove stava prima; d’altronde si tratta di una risorsa che porta alle casse comunali circa 1,2 miliardi di euro l’anno e rappresenta una delle principali entrate a bilancio degli enti predisposti a riscuoterla.

Molto rumore per nulla, direbbe Shakespeare. Nel mondo assicurativo e dintorni, gli italiani non riceveranno aiuti e dovranno continuare a barcamenarsi come hanno fatto fin ora. E magari qualcuno potrebbe anche decidere di dare via la cara affezionata macchina del nonno, perché adesso è soltanto vecchia.