Manovra, il Governo non arretra sugli impegni presi. Reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni. E le Lega annuncia pure il taglio dell’Ires

Dal reddito di cittadinanza alla riforma delle pensioni. Lega e Movimento Cinque Stelle sembrano aver trovato la quadra su due riforme fondamentali anche per la loro credibilità. Nella riunione di questa mattina a Palazzo Chigi sarebbero state messe a punto anche quelle limature che sembrano aver convinto anche il ministro dell’Economia, Giovanni Tria.  L’obiettivo, confermato dai tecnici, è quello di realizzare la maggior parte delle misure, anche le più costose, con coperture che abbiano un basso impatto sui conti pubblici e comunque senza aumentare le tasse e l’Iva perché “senza crescita non può esserci sviluppo e non si cambia il Paese”.

Le pensioni – Quota 100 sulle pensioni confermata. La Lega non arretra rispetto al 63+38 con la riforma delle pensioni. E, ancora, riforma fiscale, un sistema snello di ammodernamento delle opere pubbliche che consentirebbe un miglioramento delle infrastrutture da affiancare all’apertura di cantieri più impegnativi. Sono questi gli impegni della Lega che ha diffuso una nota il programma da portare avanti dopo il vertice di maggioranza di questa mattina.

Reddito cittadinanza – Luigi Di Maio ha corretto, invece, il ministro Tria sul reddito di cittadinanza spiegando che spetterà soltanto agli italiani. “Abbiamo corretto la proposta di legge” iniziale sul reddito di cittadinanza “anni fa: è singolare che torni in auge una proposta di legge che non prevedeva ancora la platea” per l’assegnazione del reddito “ma è chiaro che è impossibile, con i flussi immigratori irregolari, non restringere la platea e assegnare il reddito di cittadinanza ai cittadini italiani”. Precisazione colta con piacere da Matteo Salvini che sul tema immigrati ha aggiunto: “Sarà più difficile ottenere il permesso di soggiorno e restare in Italia”.

Al fianco delle imprese – All’interno della manovra dovrebbe essere contenuto anche la super Ires al 15%per gli utili reinvestiti in azienda, con macchinari nuovi o assunzioni stabili. Esponenti del Governo hanno spiegato che così procedendo ci sarà “un risparmio per le imprese di quasi un miliardo di euro”. Misure che avranno bisogno di un po’ di elasticità nel rapporto deficit/pil. Salvini parlava di 2,9%, ora di 2,5%. Fiducia è stata espressa anche dal sottosegretario all’Economia, Massimo Bitonci: “Io penso che si potrebbe arrivare tranquillamente tra il 2 e il 2,2%”.