Marianna Madia, la furba del Pd. Dopo mille casacche e con la sua rete di contatti, ora cerca la scalata Capitale

La già veltroniana, dalemiana, lettiana e renziana Madia, ha chiesto la testa di Orfini. La verità è che il ministro vuol tentare la scalata Capitale.

Non è nuova alle critiche nei confronti dei vertici del suo partito. A volte anche in tempi non sospetti, ovvero prima dello scoppio di grossi scandali.  Fortuna o capacità di posizionamento vogliono che la Madia, nel corso degli anni, si sia trovata quasi sempre nella posizione favorevole per criticare qualcuno nel Pd. Ma tutte le capriole fatte dall’attuale ministro nel suo percorso politico forse dovrebbero far riflettere. Il primo grande innamoramento professionale è stato per Walter Veltroni, che era amico del papà (ex consigliere comunale prematuramente scomparso) dell’attuale ministro. Col Pd disegnato dall’ex sindaco della Capitale, la Madia nel 2008 arriva in Parlamento, paracadutata con una posizione da capolista nel collegio. Ma già prima era riuscita a stabilire un contatto che poi le sarebbe ritornato utile, ovvero quello con il futuro premier Enrico Letta.

IL PERCORSO – Fresca di laurea, infatti, l’attuale ministra era stata reclutata dal centro studi Arel, proprio quello guidato da Letta jr. Il rapporto con Letta poi è continuato nel biennio 2006-2008, con il coinvolgimento della Madia nella segreteria tecnica dell’allora sottosegretario alla presidenza del consiglio. Quando poi, come detto, nel 2008 arriva a sedersi tra i banchi della Camera con la sponsorizzazione di Veltroni, le capita in sorte uno scranno nell’emiciclo proprio accanto all’ex premier Massimo D’Alema. Anche in questo caso si crea un legame professionale, visto che l’attuale ministra passa per il comitato di redazione della dalemiana fondazione-rivista Italianieuropei. Poi a volte pure i sentimenti aiutano a fare rete. Prima dell’esperienza parlamentare, infatti, la Madia ha vissuto una storia con Giulio Napolitano, figlio dell’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il matrimonio però arriva diversi anni dopo, nel 2013, e vede la Madia unirsi a Mario Gianani, produttore cinematografico che all’epoca con i rampolli di Paolo Mieli e Maurizio Costanzo mette su una casa di produzione cinematografica che si chiama Wildside. Il cui pacchetto di maggioranza verrà successivamente venduto al colosso Fremantle. Poi si arriva al reclutamento all’interno del Governo guidato dall’ex rottamatore Matteo Renzi.

SPALLE LARGHE – In quel momento la Madia ha già una rete di contatti e rapporti davvero ragguardevole. Un network che forse la agevola anche nel prendere posizioni molto critiche nei confronti di alcune correnti o di alcuni colleghi di partito. L’attuale ministra sente di poterlo fare, evidentemente, perché ha sempre le spalle coperte. E pensare che, proprio all’inizio della sua carriera, c’è anche un “contatto” con ambienti di centrodestra che non tutti conoscono. Dopo la laurea, infatti, la Madia ha ottenuto un dottorato di ricerca presso l’Imt di Lucca, la scuola di alti studi all’epoca lanciata da Marcello Pera e poi animata da Gaetano Quagliariello. Ma da allora tanta acqua è passata sotto i ponti. E la ministra è riuscita a navigarla alla grande, spesso cambiando barca. Orfini se ne faccia una ragione.

Tw: @Ssansonetti