Mario Monti va giù duro e accusa il Pd di essersi genuflesso. Per l’ex premier l’operazione può lasciare un’eredità di nuove tasse

Il più soddisfatto di tutti, pregustando un imminente ritorno politico, è naturalmente il Pdl. Il partito, del resto, aveva fatto dell’abolizione dell’Imu sulla prima casa il suo vessillo. Il Pd, invece, ieri ha dovuto subire le bordate dell’ex premier, nonché padre dell’Imu, Mario Monti. Il quale senza mezzi termini ha accusato la formazione di Enrico Letta di essersi piegata alle pressioni dell’altro partito della strana maggioranza che sorregge l’esecutivo. Soddisfazione, ma non poteva assere diversamente, è stata espressa dal leader del Pdl, Silvio Berlusconi. “L’Imu sulla prima casa e sui terreni e fabbricati funzionali alle attività agricole non si paga più”, ha detto il Cavaliere, aggiungendo che “a partire da questa certezza le famiglie, con rinnovata fiducia, potranno finalmente programmare nuove spese e le imprese nuovi investimenti. La pressione fiscale si riduce di oltre 4 miliardi di euro. Soldi che rimangono e rimarranno nelle tasche degli italiani consentendoci di guardare con più fiducia al futuro». La posizione più critica, invece, è senza dubbio stata assunta ieri da Monti. “L’Europa chiedeva da tempo che l’Italia introducesse una tassazione per la prima casa, non per un sadico gusto di far pagare di più ai cittadini ma per poter ridurre semmai la tassazione sul lavoro, stimolando la produttività”, ha detto polemicamente l’ex premier, scagliandosi poi contro “il governo che ha scelto una strada diversa, quella di arrendersi alla forte pressione del Pdl”. Lo steso Monti, in compagnia del segretario della Uil Luigi Angeletti, ha anche criticato l’aumento delle tasse sui giochi come forma di copertura del provvedimento. Operazione che, unita all’introduzione dal 2014 di una non meglio precisata service tax federale, minaccia di gravare non poco sulle tasche degli italiani. Come dire: dalla padella alla brace.
Una benedizione dei risultati usciti dal consiglio dei ministri è arrivata dal segretario del Pd, Guglielmo Epifani. “Le decisioni prese oggi costituiscono una soluzione equilibrata dal punto di vista sociale e delle emergenze”, ha detto l’ex segretario generale della Cgil, secondo il quale “anche la scelta sull’Imu è corretta, soprattutto in vista della riforma e della trasformazione nel senso di un’imposta federale a partire dal prossimo anno”.