Mascherine fantasma. Dubbi sull’acquisto di una partita da circa 20 milioni di pezzi. La Regione Lazio va al contrattacco: “Ennesima bufala politica per confondere i cittadini”

La Regione Lazio, guidata da Nicola Zingaretti non ci sta. E respinge le accuse sulle tre determine firmate dal direttore dell’agenzia regionale, Carmelo Tulumello (nella foto) – le prime due datate 16 marzo, la terza 20 marzo – contenenti gli affidamenti in deroga alla società Eco.Tech srl per una partita da 35,8 milioni di euro per l’acquisto di circa 20 milioni di mascherine, secondo il Fattoquotidiano.it “mai andata a buon fine” e finita “in procura e all’authority anticorruzione”. Con una nota, dalla Pisana fanno sapere che “le accuse mosse nei confronti della Regione Lazio sull’acquisto di mascherine sono l’ennesima bufala politica per confondere i cittadini e usare vergognosamente l’emergenza per infangare l’operato della Giunta regionale del Lazio”.

Proprio ieri, aggiungono, i vertici dell’azienda Eco.Tech srl “hanno confermato la volontà di evadere tutti gli ordini ricevuti (9,5 milioni di dispositivi individuali di protezione), esibendo la documentazione ufficiale che comprova la disponibilità da parte della stessa di 20 milioni di mascherine con consegna delle stesse entro la fine della prossima settimana”. Ma non è tutto. L’Azienda “si è offerta di garantire con una polizza assicurativa gli acconti versati dalla Regione Lazio” che “ha pienamente rispettato, nella selezione dell’azienda e nelle procedure per l’acquisto, tutte le normative nazionali previste e richiesto, già dal primo contatto, con la Eco.tech srl tutta la documentazione richiesta dalla normativa emergenziale”.

E’ bene chiarire che la suddetta società, che ha in corso anche contratti con altri Enti pubblici, è partner di Exor, distributore ufficiale di prodotti 3M. Ad oggi la Protezione Civile del Lazio ha affidato contratti per oltre 20 milioni di mascherine di differenti tipologie di cui oltre 6 milioni già consegnati ai presidi sanitari regionali”. La Regione Lazio “ricorrerà alle vie legali per tutelare la propria immagine e donerà il ricavato al Fondo per la ricerca del vaccino”.