Mattia: “Solo leggi propaganda Rocca non fa nulla contro il lavoro povero”

Eleonora Mattia, consigliera regionale del Pd nel Lazio, commenta gli ultimi dati della Cgil sul lavoro povero.

Mattia: “Solo leggi propaganda Rocca non fa nulla contro il lavoro povero”

Nel Lazio più di 4 under 35 su 10 guadagnano meno di 10mila euro l’anno. Eleonora Mattia, consigliera regionale del Pd, gli ultimi dati della Cgil sul lavoro povero sono un segnale d’allarme che viene ignorato dalla giunta Rocca?
“La giunta Rocca ignora non solo i dati sul lavoro povero ma nell’ultimo bilancio regionale ha anche azzerato i fondi su salute e sicurezza sul lavoro, nonostante continuino le morti bianche. Riguardo al lavoro povero dei giovani, andrebbe stretto un nuovo “Patto tra generazioni”, che finanzi quelle misure strutturali volte a favorire il ricambio generazionale: dai percorsi formativi al fondo nuove competenze e innovazione, dal sostegno alla parità salariale al passaggio di testimone a guida delle Pmi fino agli incentivi per il rientro dall’estero dei nostri talenti. Sono queste le azioni concrete per favorire la natalità, non le leggi propaganda come quella sul figlio migliore del Lazio”.

Anche sul fronte dell’Irpef, il ripristino del fondo taglia-tasse è stato solo parziale e nel 2024 non avrà effetti: la Regione Lazio sta lasciando indietro i redditi bassi e il ceto medio?
“Ripristinarlo è stata una vittoria del Pd e delle altre forze di opposizione. Certo, abbiamo arginato il danno ma rimane comunque un disagio sociale che rischia di diventare emergenza se la Giunta Rocca non esce da questo immobilismo, che ha bloccato il lavoro di Consiglio e commissioni. Abbiamo, ad esempio, una legge sulla parità salariale bloccata. La differenza salariale, la disoccupazione femminile non sono un problema delle donne ma di sviluppo della nostra Regione. E ancora: una proposta di legge sull’Intelligenza Artificiale, per coniugare innovazione e tutela dei diritti, visto che il Lazio, con 20mila posti di lavoro a rischio, è la regione d’Italia più esposta all’impatto dell’IA in ambito occupazionale”.

Non va meglio sul fronte della sanità. I pazienti restano giorni in attesa nei pronto soccorso della Capitale e il Lazio – secondo i dati Agenas – è la regione con i più alti tempi di attesa per i pazienti in codice rosso: la giunta Rocca non sta facendo nulla per risolvere questo problema?
“Uno dei primi atti del presidente Rocca, che ha anche la delega alla Sanità, appena insediatosi al governo della Regione, è stato bloccare le assunzioni nella sanità pubblica, accentrare le decisioni e finanziare la sanità privata con circa 33 milioni e 233mila euro. Dall’altro lato è andato avanti con il ricorso ai medici a gettone, che costano fino a 150-250 euro l’ora rispetto ai 45 dei medici strutturati. La Regione Lombardia ha già vietato i medici gettonisti, ho chiesto con una mozione che la Regione Lazio faccia lo stesso, perché la sanità deve rimanere pubblica e non diventare oggetto di guadagno per i privati”.

L’immobilismo prevale anche sulle residenze universitarie? Non è stato fatto nulla di fronte ai casi segnalati a Valle Aurelia e San Paolo?
“Una situazione inammissibile in sedi appena inaugurate, indicativa della gestione fallimentare dei servizi volti a garantire il diritto allo studio, come dimostrano l’immobilismo cui è costretto l’Ente Lazio DiSco, ancora commissariato; gli oltre 7mila studenti universitari idonei alle borse di studio, ancora in attesa del contributo, e il dimensionamento scolastico per decine di istituti scolastici del Lazio”.

A questo si aggiungono le dichiarazioni del commissario di LazioDisco Ciardi, che dà la colpa agli studenti “stranieri senza educazione sanitaria”: avete chiesto le sue dimissioni? E avete avuto risposte dalla giunta su questa possibilità?
“Non ancora, ma ci auguriamo che la Giunta Rocca le ottenga al più presto, non solo per far uscire l’Ente dal Commissariamento e farlo tornare operativo, ma soprattutto per tutelare l’onorabilità e l’immagine della Regione compromesse dalle dichiarazioni xenofobe di Ciardi, durante le audizioni con le associazioni studentesche, secondo cui lo stato di degrado degli alloggi universitari, infestati da blatte e infiltrazioni, e la carenza di fondi per le borse di studio è dovuta alla presenza di studenti stranieri”.