Maxi pene agli sfruttatori: linea dura sulle baby squillo

di Alessandro Righi

Corre veloce il procedimento con al centro le baby squillo romane. Per la procura i dubbi sono pochi: a gestire il giro, per l’accusa, c’era Mirko Ieni. Per lui sono stati richiesti sedici anni e mezzo di reclusione. Una pena pesante quella che la Procura vorrebbe infliggere all’uomo, ritenuto il principale gestore del giro di prostituzione romano ai Parioli. Due le ragazzine al centro dell’indagine che si sarebbero prostituite in un appartamento lussuoso, potendo contare anche su tantissimi clienti della “Roma bene”. A Ieni, il principale indiziato, viene contestato di aver fornito alle due ragazze una scheda telefonica per poter avvicinare i clienti. L’uomo, inoltre, avrebbe avuto anche il compito di fissare gli appuntamenti con la clientela; sempre Ieni ne gestiva, secondo la tesi accusatoria, anche la contabilità, portando i conti delle prestazioni sessuali delle due ragazzine. Per questo gli vengono contestati ben 23 capi d’imputazione.

Trema la Roma bene
Ieni non è l’unico per cui è stato richiesto giudizio. Perché sotto la lente dei giudici sono finiti anche molti dei clienti delle baby squillo dei Parioli: Riccardo Sbarra, Marco Galluzzo, Francesco Ferraro, Michael De Quattro e Gianluca Sammarone. A Sbarra, oltre che la contestazione di aver avuto rapporti sessuali a pagamento con le due ragazze viene contestata la detenzione e la cessione di materiale pedopornografico. Era lo scorso 10 aprile quando la Procura di Roma chiese il rinvio a giudizio di otto clienti.
Non solo. Anche la madre di una delle due ragazzine è finita nel mirino della magistratura. Alla donna viene contestata l’accusa di sfruttamento della prostituzione perché avrebbe preso delle percentuali sulle prestazioni sessuali offerte dalla figlioletta. Per lei sono stati chiesti sei anni di reclusione. Mentre per Sammarone, uno dei clienti, sei mesi. Un processo, quello per i primi otto imputati sul giro di prostituzione pariolino, che si svolge con il procedimento del rito abbreviato. Ciò vuol dire che in caso di condanna, gli imputati potranno usufruire dello sconto di un terzo della pena complessiva. In carcere anche Nunzio Pizzavalle, ritenuto anche lui un promotore del giro di prostituzione. La sentenza è attesa per il 1 luglio.

Le ragazze
Compagne di classe in un liceo romano, le due ragazzine, secondo i magistrati, vendevano il proprio corpo per cifre che potevano raggiungere anche il compenso di 300 euro a prestazione. Sarebbe stata la ragazza più grande a convincere quella più piccola: l’indagine è stata avviata su segnalazione della madre della ragazza più grande. Troppo il denaro che circolava nelle mani di sua figlia. Un particolare non trascurabile che aveva insospettito la donna a tal punto da ingaggiare un investigatore privato da mettere sulle tracce della giovanissima. Poco è bastato all’investigatore assunto per giungere alla verità. Una verità scottante. Troppo. A quel punto la donna ha segnalato tutto alle forze dell’ordine. Una mossa che sta facendo tremare tutta la Capitale. Perché di clienti che contano le ragazze ne avevano tanti.