Mazzette all’Atac, dopo 25 anni ecco la stangata

di Antonio Rossi

Trascorso un quarto di secolo dai fatti, finita la vicenda in prescrizione sul fronte penale e consegnata Mani Pulite ai libri di storia, due ex presidenti dell’Atac di Roma pensavano forse di potersi godere in tranquillità la vecchiaia. Non è stato così. La Corte dei Conti non ha mollato sulla tangentopoli che investì la società che gestisce i trasporti nella capitale e Mario Bosca e Luigi Pallottini, all’epoca esponenti del Partito socialista, alternatisi alla presidenza della società, devono ora tirare fuori oltre 650 mila euro. L’Atac finì nella bufera per la fornitura di tram commissionata alla Socimi spa, diretta da Alessandro Marzocco. Emerse che per quell’appalto la società tirò fuori tre miliardi e mezzo di lire. Vennero monitorati incontri tra manager della Socemi e dell’Atac, avvenuti tra Roma, Milano e Losanna. Vennero individuati conti in Svizzera, a Ginevra, dove era stato fatto girare il denaro. Scattarono arresti e nei guai finirono anche un magistrato del Tar e un segretario della Democrazia cristiana del Lazio. Bosca venne accusato di aver intascato 400 milioni di lire. Pallottini di più: 700 milioni e poi, insieme ad altri, ulteriori 300. Uno spaccato di illeciti consumati tra il 1987 e il 1991, nell’arco dunque di quattro anni. Giunto il momento del processo, il presidente Bosca e il suo successore Pallottini  sono stati condannati, nel 2003, dal Tribunale di Roma a tre anni di reclusione, per concussione, e a risarcire l’Atac costituitasi parte civile. In appello la situazione è cambiata. La concussione è stata derubricata in corruzione, tutto è finito in prescrizione e i risarcimenti sono stati annullati. Quando la bufera per i due manager sembrava passata è però subentrata la Corte dei Conti che, tra danno patrimoniale per l’appalto lievitato a causa delle mazzette e danno all’immagine dell’Atac, nel 2009 ha condannato Bosca a risarcire all’azienda oltre 300 mila euro e Pallottini oltre 440 mila. C’è sempre l’appello. Passerà anche questa. Devono aver pensato sempre i due. Speranze vane. L’appello di Pallottini è stato dichiarato estinto, confermando la condanna di primo grado, e Bosca ha ottenuto solo uno sconto di 90 mila euro. I due ora sono costretti a mettere mano al portafogli. Dopo un quarto di secolo dalla tangentopoli capitolina, l’Atac recupererà oltre 650 mila euro. Meglio tardi che mai. Mani pulite non è ancora solo storia.