Migranti, una strage senza fine. Altri 50 cadaveri nella stiva di un barcone, uccisi dalle esalazioni del motore. Il Mediterraneo diventa sempre più mare mortum

 

di CAROLA OLMI

Si continua a morire senza che qualcosa si muova seriamente per provare a trovare una soluzione all’emergenza immigrati. Altri cinquanta disperati sono stati trovati morti ieri nella stiva di un barcone diretto verso l’Italia e soccorso al largo della Libia da una unità svedese. Nuove vittime di una strage senza fine. Con loro c’erano 400 migranti che sono stati tratti in salvo. Nei loro racconti il dramma di un genocidio del quale l’Europa continua a lavarsi le mani.

EQUIPAGGI KILLER
Come in altri casi simili, i testimoni hanno accusato l’equipaggio dell’accaduto: “Quelli bloccati nella stiva non potevano salire sul ponte esterno e per costringerli l’equipaggio faceva ricorso alla violenza”, hanno raccontato al Gip di Catania, “con calci, pugni e colpi di cinghia anche se solo provavano a uscire la testa dai boccaporti”. Sono stati riconosciuti dai testimoni anche otto presunti scafisti di mazionalità libica, tunisina e siriana.

MOTORI LETALI
La ricostruzione degli inquirenti ha evidenziato che i decessi sono stati causati dalle esalazioni dei motori del barcone e dall’assenza di aria all’interno dell’angusta stiva le cui dimensioni, nella parte centrale, erano di circa 6 metri per 4, e alta 1,20 metri. I dati dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) parlano da inizio anno di 2.500 vittime nel Mediterraneo. Un numero in forte aumento rispetto all’anno scorso e che fa temere di superare la soglia dei 5mila morti solo nel 2015. Un disastro che sta fecendo del Mediterraneo un tragico mare mortum.