Meloni a rotative unificate: altre balle sul salario minimo

Per la petizione sul salario minimo arrivano 100mila firme, mentre Giorgia Meloni racconta altre balle a rotative unificate.

Meloni a rotative unificate: altre balle sul salario minimo

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni deve essersi accorta che ogni tanto fingere di rilasciare un’intervista, abbandonando i video preconfezionati sui social e i suoi “punti stampa” senza stampa rimane una buona idea. Ha deciso quindi di farsi intervistare contemporaneamente da La Stampa, Repubblica e Corriere della Sera per provare a recuperare il tempo perso. L’effetto straniante è di un’apparizione a giornali unificati. Ci sta, è nella sua natura.

Meloni a ruota libera

Inevitabile è il passaggio sul salario minimo, l’unico colpo finora messo a segno da un’opposizione in ordine sparso che su un punto comune sta mettendo in crisi il governo. La raccolta firme sulla piattaforma online salariominimosubito.it per sostenere la rapida approvazione della proposta unitaria firmata da Alleanza Verdi e Sinistra, Azione, Movimento 5 stelle, Partito democratico e Più Europa sta già facendo il pieno. “Metti la tua firma a supporto di una retribuzione giusta e per il salario minimo!”, si legge nel titolo della raccolta firme.

Nel testo i promotori ricordano l’articolo 36 della Costituzione, che dice “che chi lavora ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”, e il contenuto della proposta di legge unitaria delle opposizioni, ad eccezione di Italia Viva, che prevede che nessun lavoratore possa ricevere una retribuzione oraria inferiore ai 9 euro all’ora.. Il sito poche ore dopo il lancio della petizione, è andato in tilt “per i troppi accessi”, secondo quanto riferiscono i promotori (sarebbero 100mila circa le firme raccolte in sole 24 ore).

Anche ieri durante la giornata ha subito diverse interruzioni. Che dice Giorgia Meloni? “L’opposizione vuole fare politica invece che affrontare davvero la questione. Loro sono consapevoli del fatto che il salario minimo non risolve il problema del lavoro povero ma ti dicono che siccome hanno iniziato una raccolta di firme la portano avanti”, dice nella sua intervista. È la solita strategia del vittimismo: se l’opposizione si oppone il governo ci vede un sabotaggio. Alla presidente del Consiglio non basta che l’opposizione le abbia sottoposto una proposta unitaria, vorrebbe che scrivessero la sua proposta.

Solo che la proposta del governo non c’è. “Io il mandato al Cnel lo do lo stesso”, dice Giorgia Meloni, passando la palla a Brunetta per ingolfare la risposta. Il Cnel come nuova “terza camera” del Parlamento, pur di riuscire a rimandare. Ma il governo non potrà rimandare i numeri. Le previsioni dell’Ocse di un paio di mesi fa dicono che che la crescita del Pil rallenterà in Italia dal 3,8% del 2022 all’1,2% quest’anno, all’1% nel 2024. La colpa per l’Ocse, è dell’inflazione, che sta erodendo i redditi reali a causa della modesta crescita salariale e delle condizioni finanziarie si stanno inasprendo.

Carta canta

Quei dati tra l’altro non tenevano conto di una stagione turistica al di sotto delle aspettative che inciderà sensibilmente al ribasso. Tre punti percentuali sono legati ai progetti del Pnrr che il governo ha perso strada facendo. Da Palazzo Chigi assicurano che saranno tutti recuperati ma i numeri, si sa, non reagiscono alle promesse. Dal prossimo anno poi le leggi di bilancio torneranno a essere vagliate dalla Commissione europea, dopo la deroga per la pandemia. Si tornerà quindi a trattare con l’Unione europea per ogni decimale di spesa. Così il dubbio che quei 3 miliardi previsti (e già ribassati) dalla tassa sugli extraprofitti delle banche servano per mettere una pezza a una situazione che non è esattamente come la raccontano. Per scoprirlo basterà attendere.