Meloni festeggia il record dell’export italiano: ma il merito è dell’eredità del passato

Il governo rivendica il boom dell’export, ma i dati Istat dimostrano che il merito non è suo. Il Fact Checking di Pagella Politica

Meloni festeggia il record dell’export italiano: ma il merito è dell’eredità del passato

Giorgia Meloni ha trovato una nuova vetrina da cui affacciarsi: l’export. Dopo i salari, la natalità, la sicurezza e il Pnrr, tocca ora al commercio estero diventare terreno di propaganda. Il partito della premier ha infatti pubblicato un carosello Instagram in cui si attribuisce il merito di aver “rilanciato il Made in Italy” e fatto “volare” le esportazioni italiane. Ma come spesso accade quando il marketing incrocia i dati, il racconto zoppica. E anche stavolta cade rovinosamente. A metterlo nero su bianco è Pagella Politica, che ha analizzato numeri, grafici e cronologie. E la narrazione meloniana non ne esce per niente bene.

Numeri veri, verità adattata

La strategia di Fratelli d’Italia è raffinata: i numeri citati sono formalmente esatti, ma manipolati nel contesto. Secondo il partito, l’export italiano è cresciuto del 30% tra il 2019 e il 2024, molto più di Francia (+16,1%) e Germania (+16,9%). Inoltre, si rivendica il ritorno a un saldo commerciale positivo: +34 miliardi nel 2023, +55 nel 2024. Ma nessuna di queste affermazioni dimostra un’efficacia del governo Meloni quando viene confrontata con la cronologia dei fatti.

La crescita era già avvenuta

L’Istat, che quei numeri li elabora, racconta una storia diversa. Il boom dell’export italiano si è concentrato tra il 2021 e il 2022. Quando Meloni era ancora all’opposizione. Il governo di destra si è insediato solo il 22 ottobre 2022, e ha quindi inciso marginalmente su quell’anno. Dal 2023 in poi, le esportazioni si sono stabilizzate e nel 2024 sono addirittura calate leggermente. Tradotto: l’aumento del 30% è tutto ereditato. Il contributo del governo Meloni all’export è vicino allo zero.

E non basta. Fratelli d’Italia si guarda bene dal citare il dato spagnolo: tra il 2019 e il 2024, l’export della Spagna è cresciuto del 31,4%, cioè più dell’Italia. Ma è difficile incensarsi come “eccezione europea” se altri fanno meglio.

Saldo commerciale: la verità del “ritorno in positivo”

C’è poi il saldo commerciale, cioè la differenza tra esportazioni e importazioni. È vero che nel 2023 e nel 2024 è tornato positivo. Ma perché? Perché sono crollate le importazioni, non perché sia “volato” l’export. Un dettaglio che Fratelli d’Italia evita di menzionare. Ancora: il saldo commerciale del 2024 è inferiore a quello del 2019. E il rapporto saldo/interscambio è peggiorato: si è passati dal 6,2% del 2019 al 4,6% del 2024. Dati Istat, non opinioni.

L’Italia, in altre parole, ha sì esportato, ma ha importato molto meno. È il segno di un rallentamento economico, non di una ripresa. E quando Meloni si prende il merito di questi numeri, sta raccontando una realtà rovesciata.

La propaganda di governo come metodo

Siamo in un metodo comunicativo ormai strutturato. Si prendono dati isolati, li si strappa dal contesto, si costruisce una narrazione eroica e autocelebrativa. I destinatari sono i social, dove un’infografica non ha l’inconveniente delle domande di una conferenza stampa. Vale per l’export, ma vale anche per l’inflazione, la disoccupazione, l’occupazione femminile e la sanità.

Ma l’economia di un Paese è una macchina complessa, fatta di variabili globali, cicli economici, scambi multilaterali e politiche industriali stratificate. Pensare che un governo in carica da due anni e mezzo possa cambiare le traiettorie di cinque anni di export è propaganda. Raccontarlo come fosse vero, è ingannevole.