Al vertice del G7 in Canada, Giorgia Meloni ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Lo ha dichiarato lei stessa in conferenza stampa, ribadendo il “sostegno del popolo italiano” all’Ucraina. Eppure, tra le foto pubblicate sui suoi canali social – accanto a Donald Trump, Narendra Modi, Keir Starmer e Friedrich Merz – Zelensky non c’era. Ancora una volta.
Non è una svista. È una scelta. E, come dimostra un’analisi puntuale pubblicata da Pagella Politica, si tratta di una costante: Meloni evita sistematicamente di pubblicare sui suoi social personali le immagini con il presidente ucraino, anche quando l’incontro è ufficiale e il sostegno politico ribadito. Le foto, quando ci sono, finiscono nei canali istituzionali – il sito di Palazzo Chigi, al massimo il canale YouTube della Presidenza – ma restano assenti da Instagram e X, le piattaforme più identitarie della comunicazione personale della premier.
Il doppio binario
Ufficialmente, Palazzo Chigi parla di “diversificazione dei canali”: i temi geopolitici sarebbero destinati a X e YouTube. Una spiegazione che vacilla alla prima verifica. Anche su quei canali, le immagini con Zelensky scarseggiano. E allora diventa evidente che ci troviamo di fronte a una strategia più articolata, che Pagella Politica e altre fonti giornalistiche definiscono “comunicazione a doppio binario”.
Da una parte, Meloni garantisce agli alleati internazionali la collocazione atlantista dell’Italia, mostrandosi coerente con le linee Nato e Ue. Dall’altra, mantiene nei suoi canali personali un silenzio che parla chiaro a una parte del suo elettorato, scettico nei confronti di Zelensky e dell’impegno pro-Kiev. È una forma sofisticata di equilibrismo: statista a Bruxelles, leader nazionalista a casa.
Il riflesso dell’elettorato
Secondo i sondaggi citati da YouTrend e Ipsos, Zelensky divide l’opinione pubblica italiana. Il 46% ne ha un’opinione negativa; solo il 41% lo guarda con favore. Tra gli elettori di Fratelli d’Italia, la quota di sostegno all’Ucraina è più alta che tra gli alleati di governo, ma resta attraversata da ambivalenze. Emerge una “stanchezza da guerra” che alimenta il disimpegno emotivo e politico. Per Meloni, evitare l’icona Zelensky sui social personali è un modo per non inasprire questa frattura interna.
Il precedente del maggio 2023 è significativo: in quell’occasione, una foto con Zelensky pubblicata da Meloni scatenò critiche furibonde tra i suoi follower, accusandola di servilismo atlantico e di cedere alla retorica bellicista. Il risultato? Meno like, meno commenti positivi, meno engagement. Una lezione che lo staff della premier ha imparato bene.
Non è solo tattica: è politica
Il silenzio fotografico ha effetti concreti. Durante il G7 del giugno 2025, mentre Macron e Trudeau si facevano ritrarre sorridenti accanto a Zelensky – per ribadire con il linguaggio visivo ciò che le parole non bastano a comunicare – Meloni si asteneva. Ha scelto invece di pubblicare foto con Modi, leader di un Paese che non fa parte del G7, ma che le garantisce un pubblico entusiasta su Instagram, specie tra gli utenti indiani. La selezione dei volti da mostrare non segue criteri diplomatici, ma algoritmi di consenso e fedeltà.
Un’imbarazzata alleanza
Il paradosso è evidente: l’Italia continua a sostenere l’Ucraina anche militarmente, ma la sua leader non si mostra accanto al simbolo internazionale di quella resistenza. Non è un atto di neutralità, è una mossa di prudenza interna. E ha anche una funzione di equilibrio di coalizione. Matteo Salvini, alleato-rivale di Meloni, ha una base storicamente più filorussa e ostile a Zelensky. Esporsi visivamente con il presidente ucraino significherebbe innescare tensioni, che la premier cerca invece di disinnescare silenziando l’immagine, senza toccare la sostanza.
La foto che non c’è
L’assenza delle foto con Zelensky non è una dimenticanza. È il punto di intersezione tra consenso, coalizione e comunicazione. È la negazione pubblica di un impegno che rimane nei dossier, nei voti parlamentari e nei documenti Nato. Un modo per dire sì senza pronunciarlo. Un modo per esserci senza mostrarsi. Giorgia Meloni ha scelto di sostenere l’Ucraina in giacca istituzionale, ma di non portarla nel proprio album personale.
Una strategia di “distanza controllata” che dice molto di più di mille strette di mano.