Messina. Il paradiso dei rimborsi

di Nicoletta Appignani

Non solo cartelle pazze, a Messina ora si stanno specializzando nelle cartelle esattoriali nulle già alla nascita.
Tutta colpa della firma sui documenti: quella dell’attuale dirigente provinciale dell’Agenzia delle entrate. Dopo che per quattro volte un tribunale si è pronunciato sulla sua sospensione dall’incarico.

La faida intestina
Margherita Sanfilippo, questo il nome della direttrice, viene promossa al nuovo ruolo a fine dicembre 2010. Una nomina, a detta di alcuni, avvenuta con criteri non rispondenti alle prescrizioni di legge.
Per questo il capo dell’ufficio legale della stessa Agenzia delle entrate, Nicolò Xerra, decide di rivolgersi al Tribunale e il 20 aprile del 2011 ottiene un’ordinanza: la nomina della dirigente viene sospesa in via cautelativa.
L’Agenzia ovviamente presenta reclamo. A sorpresa respinto: la sospensione resta.
All’amministrazione non rimane quindi che organizzare un “interpello” per trovare un nuovo dirigente. Ma la scelta, incredibilmente, cade sempre sulla stessa persona: Margherita Sanfilippo.
Quanto alla meritocrazia, increduli i colleghi fanno due conti: c’è chi ha conseguito più lauree, chi dalla sua ha più anni di anzianità.
Xerra quindi torna in Tribunale e presenta un nuovo ricorso.
E anche questo viene accolto. La Sanfilippo, ribadisce il giudice, è sospesa dall’incarico. Bisogna ripetere la procedura di assegnazione della nomina.
L’agenzia delle entrate prova ancora ad opporsi alla decisione ma anche questa volta il reclamo è respinto.
Una fila di ricorsi
Le conseguenze di questa storia non tardano ad emergere. A dare il via a un’ondata di ricorsi è una contribuente di Messina, a conoscenza della questione: ricevuta una cartella esattoriale, ovviamente firmata dalla solita direttrice della sede provinciale, la donna si rivolge ad un avvocato che presenta ricorso alla Commissione tributaria provinciale.
Il problema è che se la carica è da ritenersi sospesa, non c’è potere di sottoscrivere alcun atto.
Il giudice quindi accoglie la richiesta e la cartella esattoriale è annullata.

Un pericoloso precedente
Ci sarebbe da correre ai ripari ma invece, inaspettatamente, nell’assetto dell’Agenzia delle Entrate non cambia nulla e non viene preso alcun provvedimento.
In compenso però, in città la notizia di questa decisione si sparge a macchia d’olio e, naturalmente, di fronte alla Commissione Tributaria inizia a formarsi una lunga fila.
Un fenomeno che rischia di dilagare.
Voci di corridoio dicono che l’Agenzia si prepari comunque a dar battaglia. E a tal proposito suggeriscono che sia stata spedita una circolare ad alcuni funzionari della sede provinciale, nella quale si chiederebbero i nomi degli avvocati e commercialisti che si sono occupati dei vari ricorsi.

Le reazioni
La vicenda naturalmente sta iniziando a destare una certa attenzione.
Se ne occupa soprattutto la Dirstat, la federazione nazionale di associazioni e sindacati dei dirigenti e dei funzionari della Pubblica Amministrazione.
«Un caso incredibile – commenta il Vice Segretario Generale, Pietro Paolo Boiano – L’Agenzia delle entrate, di fronte ad provvedimento giudiziario, avrebbe dovuto sospendere subito il dirigente. Attualmente, infatti, è come se non ci fosse un direttore».
Secco invece il commento dell’Agenzia delle Entrate: “Faremo presto appello alla sentenza e staremo a vedere”.
Nel frattempo, i ricorsi aumentano.