Migranti, porti troppo lontani. Le Ong tedesche denunciano il governo italiano

Le Ong tedesche Sos Humanity, Sea Eye e Mission Lifeline hanno annunciato un'azione legale contro il governo italiano.

Migranti, porti troppo lontani. Le Ong tedesche denunciano il governo italiano

Un’azione legale – contro la strategia messa in atto dal Governo italiano di assegnare alle navi umanitarie adibite al soccorso dei migranti porti molto distanti dalla zona sar – è stata annunciano dalle Ong tedesche Sos Humanity, Sea Eye e Mission Lifeline.

Le Ong tedesche Sos Humanity, Sea Eye e Mission Lifeline hanno annunciato un’azione legale contro il governo italiano

Alla Humanity 1, nave di Sos Humanity, che ha soccorso 199 migranti in cinque interventi, è stato assegnato il porto di Ortona, in provincia di Chieti, a 1.300 chilometri di distanza. Il capitano, fa sapere la ong, “ha chiesto invano un porto più vicino per i sopravvissuti gravemente indeboliti, che hanno passato cinque giorni in mare, in parte senza cibo nè acqua. La pratica dell’Italia di assegnare sistematicamente porti distanti pone un evitabile rischio alla loro salute”.

Crosetto: “Penso che ogni Stato debba essere rispettato nelle sue decisioni”

“Penso che ogni Stato debba essere rispettato nelle sue decisioni. Per noi, penso che la strada intrapresa dal governo Meloni sia quella giusta e penso che poi tutta l’Europa ci verrà dietro” ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ospite di Fenix, la festa dei giovani di Fratelli d’Italia, rispondendo ad una domanda sul percorso intrapreso da Polonia e Ungheria relativamente alle politiche migratorie.

Lollobrigida: “Abbiamo bisogno di immigrazione, ma di immigrazione legale”

Abbiamo bisogno di immigrazione, ma di immigrazione legale. E il primo modo per averla è contrastare quella illegale” ha detto, invece, il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. “La destra italiana – ha aggiunto l’esponente di FdI parlando di migranti – all’Africa non solo ha teso la mano ma insieme alle nazioni africane immaginiamo un modello di sviluppo che mette in condizione una di poter produrre per essere autosufficiente e aumentare il valore dei propri prodotti. Dobbiamo puntare ad aiutare a far sviluppare l’Africa, perché l’immigrazione illegale va affrontata qui, ma va affrontata prima lì”.