Mille emendamenti sul Ddl Zan. Ecco il dialogo promesso da Salvini. La Lega scopre le carte, l’obiettivo è affossare la legge. Ma Letta tira dritto e insiste: sui diritti non si tratta

Non c’è nessun cambio di linea da parte di Enrico Letta: nel giorno in cui sul Ddl Zan inizia in Senato la battaglia sugli emendamenti.

Mille emendamenti sul Ddl Zan. Ecco il dialogo promesso da Salvini. La Lega scopre le carte, l’obiettivo è affossare la legge. Ma Letta tira dritto e insiste: sui diritti non si tratta

Non c’è nessun cambio di linea da parte di Enrico Letta: nel giorno in cui sul Ddl Zan (qui il testo) inizia in Senato la battaglia sugli emendamenti, il segretario del Pd ribadisce il muro contro muro: nessun negoziato con Salvini e il testo licenziato dalla Camera non si tocca. E se ci fossero dubbi è proprio il primo firmatario, il dem Alessandro Zan a chiarire (leggi l’articolo): “I 700 emendamenti presentati dalla Lega sono il chiaro tentativo di affossare la legge. Altro che volontà di dialogo e mediazione. Salvini sui diritti conferma di avere la stessa linea di Orban”.

E dalla Lega è il presidente della commissione Giustizia a Palazzo Madama Andrea Ostellari a fare il gioco di rimpallo: “Credo che questa non disponibilità al dialogo sia un errore che poi possa portare anche ad affossare questa legge”. E ancora: “I punti da modificare sono sempre quelli: sicuramente l’art. 1 che riguarda le definizioni di sesso, di genere, di orientamento sessuale, di identità di genere, l’art. 4 che riguarda il tema della libertà di espressione e poi l’art. 7 che riguarda la libertà educativa”.

Nulla di nuovo sotto il sole, dunque, ed è ormai dato quasi per scontato che, dopo l’apertura del confronto di ieri l’esame del provvedimento molto probabilmente slitterà a settembre, anche perché oggi e domani i senatori saranno impegnati a discutere e approvare il decreto Sostegni bis mentre la prossima settimana la conferenza dei capigruppo ha calendarizzato il decreto Semplificazioni-Governance Pnrr e quello sul Rafforzamento della Pa.

Non aiuta il “dialogo” il tweet del leghista Claudio Borghi (“Terzo giornalista che chiama per sapere se sono vaccinato. Finora sono stato gentile, al prossimo parte il vaffanculo. Perché questi eroi la prossima volta che intervistano un Lgbt non gli chiedono se è sieropositivo e se fa profilassi?”) che ha immediatamente scatenato le reazioni irritate di mezzo Pd fra cui lo stesso segretario.

In ogni caso, non ci sono solo gli emendamenti del centrodestra – oltre mille: quasi 700 della Lega, 134 da FI, 126 da FdI, un’ottantina da parte della senatrice Udc Paola Binetti – i fari sono puntati anche sulle richieste di modifica di Italia viva e del gruppo delle Autonomie. I senatori renziani puntano a trasformare la “finalità” del ddl Zan nel “perseguire le condotte discriminatorie fondate su misoginia, abilismo, omofobia o transfobia”.

Nelle proposte di modifica si legge la volontà di sostituire le parole “fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità” con “fondati sulla misoginia, sull’abilismo, sull’omofobia o sulla transfobia”. Inoltre, nell’emendamento all’art.7 viene proposto di aggiungere la dicitura che reca il “rispetto” della “piena autonomia scolastica”; di fatto le stesse “criticità” individuate dal centrodestra.

E su cui ovviamente il Pd non arretra: ieri ha presentato un ordine del giorno generale per porre “nero su bianco gli obiettivi politici del gruppo dei senatori del Pd” “Rispetto all’art.1 – spiega una nota dell’Ufficio di presidenza del gruppo – non può mai essere il solo elemento volontaristico a determinare la rettificazione di attribuzione di sesso, bensì un percorso di accertamento rigoroso svolto in sede giudiziale.

Rispetto ai contenuti dell’art. 4, come sostenuto costantemente dalla giurisprudenza di merito, va garantita sempre la tutela delle libere manifestazioni di pensiero. E infine, rispetto all’art. 7, vanno promosse disposizioni finalizzate non a sostenere pensieri o azioni ispirati ad ideologie, ma a trasmettere la conoscenza riguardo i diritti e i doveri costituzionalmente garantiti della persona”.

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