Minacce alla Borsellino, per Crocetta non è vero nulla. Il governatore licenziò il cronista dello scoop

Il giallo si infittisce. Da un lato la Procura di Palermo ripete che l’intercettazione della telefonata tra il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta e il suo medico, Matteo Tutino, non è in alcun procedimento. Non esisterebbe, dunque, il macabro augurio all’ex assessore Lucia Borsellino di fare la stessa fine del padre Paolo. Dall’altro lato il giornalista che ha firmato lo scoop rivendica la correttezza del suo operato. Al centro Crocetta, che ieri ha rivelato di aver licenziato tempo fa proprio il giornalista in questione. Dunque il governatore, dopo i numerosi pianti, si gioca la carta della ritorsione. Una mossa rischiosa, perché se l’intercettazione dell’Espresso dovesse essere dimostrata Crocetta dovrebbe subito dimettersi.

LA DIATRIBA
Nel frattempo è diatriba fra il governatore e il giornalista dell’Espresso. “Quello che dice Crocetta è vero, mi ha licenziato tre anni fa dall’ufficio stampa della Regione”, ha spiegato Piero Messina, uno dei due autori dello scoop. Il cronista, che al momento dell’insediamento di Crocetta ricopriva il ruolo di capo ufficio stampa, ha replicato all’intervista rilasciata dal presidente della Regione al Fatto Quotidiano che invita a indagare sull’autore del servizio, “un giornalista da me licenziato”. “Io faccio il giornalista – ha affermato – cerco solo di raccontare le vicende di cui vengo a conoscenza”. Messina nega con decisione che ci possa essere, da parte sua, alcuna vendetta o spirito di rivalsa: “Non ho alcuna acredine nei confronti del Presidente della Regione che ho sempre rispettato per il suo ruolo e le sue funzioni. Io faccio semplicemente il mio mestiere di giornalista e non credo che mi si possa contestare il fatto di volere continuare a svolgere la mia professione”. Gli ha fatto eco il suo direttore, Luigi Vicinanza: “La telefonata tra il medico Tutino e il governatore siciliano esiste ed è stata verificata con accuratezza nei suoi contenuti”.

DUBBI
Nel dubbio, intanto, la famiglia Borsellino ha dichiarato che Crocetta “non è persona gradita in via D’Amelio”. E in ogni caso Crocetta esce malissimo. Perchè, ipotizzando la veridicità dell’intercettazione, il fatto che Tutino abbia potuto dire una frase del genere – anche se non sentito – significa che riteneva di essere in condizione di farlo. Se ha ritenuto di potergliela dire significa che poteva farlo senza paura che Crocetta corresse da un magistrato per denunciare una minaccia del genere. Il che già è gravissimo.