Miracolo dei medici fiscali. Gli statali si ammalano meno. Calano le assenze dei dipendenti pubblici ma aumentano quelle dei lavoratori privati

Nel pubblico impiego chiesti il 7,3% in meno di giorni di malattia

Erano stati ribattezzati fannulloni, malaticci e furbetti. Ma adesso i dipendenti pubblici sembrano aver voltato decisamente pagina. Sarà stata tutta questione di buona volontà oppure il potere dei controlli Inps che dall’entrata in vigore del Polo unico sulle visite fiscali, assegna all’Istituto di previdenza la competenza esclusiva sulle visite di controllo, fatto sta che ora gli impiegati statali si ammalano meno dei colleghi privati. E stavolta i numeri li dà proprio l’Inps, secondo cui nell’ultimo anno sono stati chiesti il 7,3% in meno di giorni di malattia. E soprattutto si è ridotto il gap tra quelli chiesti in media dai lavoratori pubblici e quelli privati, aumentati invece di quasi il 5 per cento. Dunque, la lotta alle false malattie sembra aver dato i risultati sperati.

CERTIFICATI MEDICI – Nel settore pubblico con il Polo unico la probabilità di essere controllati in caso di malattia è più alta rispetto a quello privato, infatti nel terzo trimestre 2018 sono state effettuate 129mila visite mediche di controllo a lavoratori privati e 84mila a quelli pubblici ma se si considera che i pubblici sono poco più del 20% del totale dei lavoratori interessati al Polo unico, in termini relativi le visite sono state 119 ogni mille certificati per il settore pubblico rispetto alle 52 di quello privato. Solo a settembre dello scorso anno, mese in cui è entrato in funzione il Polo unico, erano state effettuate 30 visite di controllo ogni mille certificati nel settore pubblico, percentuale che si è fortemente incrementata nei mesi successivi. Mentre il tasso di idoneità ogni 100 visite è di oltre il 28 per cento nel pubblico e del 17 nel privato, in calo rispetto al 2017 quando erano del 37 e 29 per cento. Un dato legato secondo l’Inps anche alla sospensione dell’utilizzo del modello statistico di Data Mining che aveva consentito di concentrare le visite mediche di controllo d’ufficio sui casi in cui era più ragionevole ipotizzare che il certificato medico del lavoratore riportasse una prognosi non coerente con lo stato di salute.

CONTROLLI A SORPRESA – Dal 15 marzo 2018 è stato sospeso l’utilizzo del Data Mining con evidenti effetti sui risultati delle visite si legge nel report dell’Istituto, infatti nel terzo trimestre 2018 si registra ancora una riduzione del tasso di idoneità rispetto al trimestre precedente (da 15 a 12 ogni cento visite) dopo la drastica diminuzione che si era già registrata nel primo trimestre (da 40 a 15 ogni cento visite). Tra dipendenti privati e pubblici, nonostante il percorso di avvicinamento introdotto dal decreto, resta però una differenza fondamentale che riguarda le fasce orarie di reperibilità. Tutti i lavoratori, in ogni caso, possono essere sottoposti più volte alla visita fiscale, durante il periodo di prognosi indicato dal certificato medico. Inoltre per evitare le assenze strategiche dal lavoro, a ridosso di vacanze o ponti, i dipendenti possono essere sottoposti a visite fiscali anche in prossimità delle giornate festive e di riposo settimanale. In poche parole gli ex fannulloni devono ancora stare attenti.