Miracolo Unicredit, si rivedono le assunzioni in banca

Le banche italiane ristrutturano, licenziano e soprattutto non concedono prestiti e mutui. Ma in un quadro generalmente difficile, qualcosa si muove. E si ricomincia persino a parlare timidamente di assunzioni. E’ il caso di Unicredit, che ieri ha presentato un piano che prevede l’inserimento di circa 500 giovani. Non si tratta di posti di lavoro aggiuntivi, in quanto il gruppo sono anni che riduce l’organico, anche attraverso incentivi all’esodo. Ma pur sempre di posti di lavoro si tratta, tanto da fare affermare all’amministratore delegato, Federico Ghizzoni, che “in uno scenario economico non facile, con alti tassi di disoccupazione giovanile, il gruppo ha deciso di investire sull’Italia anche attraverso un piano mirato di assunzioni di giovani laureati in tutto il territorio nell’arco di 18 mesi”. La banca, secondo il suo numero uno, vuole dare così “un forte segnale di fiducia nel futuro e nella capacità delle nuove generazioni di giocare un ruolo per la ripresa economica del nostro paese”. Il piano cui si fa riferimento è già in fase di attuazione e prevede circa 100 assunzioni a tempo indeterminato di persone con profili professionali senior, circa 400 assunzioni con contratto di apprendistato professionalizzante e una ventina di assunzioni per neolaureati ad alto potenziale. Delle 400 assunzioni previste nel 2013, ha spiega l’istituto di Piazza Cordusio, circa 150 sono state di fatto già perfezionate. “Il piano assunzioni 2013 è un’iniziativa in controtendenza e un contributo concreto alla ripresa dell’economia italiana reso possibile anche grazie agli strumenti di ingresso offerti dal nuovo Contratto Nazionale”, ha detto Paolo Cornetta, responsabile risorse umane di Unicredit. Dai toni trionfalistici (e forse anche stridenti con la premiazione degli esodi attuata fin ora dalla banca) la posizione dell’istituto: “Vogliamo puntare sulla ricerca e sull’inserimento dei migliori studenti e neolaureati, perché per noi è essenziale lavorare fin da oggi sulla preparazione dei Leader di domani”. Ma in fin dei conti qualche assunzione è meglio di niente. E di posti in banca se ne vedono sempre meno.