Modigliani, una mostra vera con quadri falsi. Nel mirino 21 opere. L’esposizione al Palazzo Ducale di Genova chiusa con tre giorni d’anticipo

Chiusura anticipata per l’esposizione su Amedeo Modigliani al palazzo Ducale di Genova. Sono 21 i quadri finiti nel mirino perché ritenuti falsi

Gli occhi del collezionista d’arte toscano Carlo Pepi avevano notato qualcosa di strano sin dal primo momento. E, infatti, proprio dal suo esposto è partita l’inchiesta che ha portato alla chiusura anticipata dell’esposizione  su Amedeo Modigliani al palazzo Ducale di Genova. Sono 21 i quadri finiti nel mirino della Procura ritenuti presumibilmente falsi. Serviranno, ovviamente, ulteriori accertamenti, ma nel frattempo la Fondazione Palazzo Ducale è stato nominata custode giudiziale delle opere. E l’ente ha deciso di chiudere con un anticipo di tre giorni la mostra. Nella nota diffusa si legge che “A fronte degli accertamenti investigativi ancora in corso – la Fondazione – sceglie autonomamente per rispetto del pubblico e dei visitatori di anticipare di tre giorni la conclusione della mostra che pertanto da oggi non sarà più visitabile“.

Sono tre e persone indagate dai carabinieri del nucleo operativo tutela patrimonio culturale di Roma. Il collezionista Pepi aveva sollevato dubbi sull’autenticità delle opere presentando, a supporto della sua tesi, una dichiarazione dello studioso d’arte Marc Restellini che aveva messo nero su bianco la sua tesi: “Questa mostra è dubbia e ho dovuto segnalare questa situazione alle autorità italiane non appena ho visto il contenuto. L’Istituto conosce queste opere, si tratta di falsi, disponiamo di tutta la documentazione e prove scientifiche per confermarlo. Si tratta di falsi noti per almeno un terzo dei dipinti esposti”. A quel punto la sezione della  tutela patrimonio e cultura di Roma ha nominato  l’esperta Mariastella Margozzi che, con la sua perizia, ha confermato la tesi di Pepi. È allora che le indagini hanno avuto un altro passo avanti con la procura di Genova che, a sua volta, ha scelto la propria consulente, Isabella Quattrocchi. Nella vicenda Palazzo Ducale si è detto “parte lesa” fornendo la massima collaborazione alla Procura per il resto delle indagini.  “In conseguenza del procedimento in corso e indipendentemente dalle sue evoluzioni e da come si concluderà, Palazzo Ducale”, si legge nella lunga nota, “ha subito consistenti danni d’immagine e materiali, e rischia di subirne ulteriori, e si configura esclusivamente come parte lesa. La precisazione di Palazzo Ducale sottolinea che la mostra non sia stata organizzata direttamente ma la realizzazione è stata commissionata a un partner di prestigio internazionale con la selezione delle opere.