L’Italia del 2025 si misura con una statistica che non assomiglia a nessun altro grande Paese europeo: 323 lavoratori con più di 60 anni morti mentre erano al lavoro, su 962 decessi complessivi. È una vittima su tre, e quasi la metà — 164 persone — aveva superato i 70 anni. La curva non è un’anomalia dell’ultimo anno: dal 2022 a oggi i decessi degli anziani sono aumentati del 15%, mentre la mortalità complessiva è rimasta quasi identica.
Le cronache locali illustrano un Paese che accompagna i suoi anziani fino ai mestieri più pericolosi. A Ceccano un 66enne è precipitato da un ponteggio alto nove metri mentre tentava di integrare una pensione insufficiente. A Palermo un 60enne è morto in un reparto in ristrutturazione, durante un turno di manutenzione irregolare. Casi diversi, dinamica identica: redditi troppo bassi, cantieri appesi ai subappalti, assenza di protezioni specifiche per chi lavora oltre i 60 anni. In molte aree del Paese, perfino la formazione obbligatoria viene ridotta a un adempimento formale, distante anni luce dalle reali condizioni dei cantieri in cui si continua a lavorare senza rete.
Il nodo dell’età pensionabile e il buco della sicurezza
L’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni, introdotto senza una strategia dedicata ai lavoratori maturi, ha spinto decine di migliaia di ultra-sessantenni a restare attivi in settori che richiedono riflessi pronti, forza fisica, equilibrio. Una caduta da pochi metri che un quarantenne potrebbe assorbire diventa fatale per chi ha il corpo segnato dal lavoro di una vita, soprattutto quando gli stessi turni vengono estesi per compensare la riduzione degli organici e il ricorso crescente a micro-imprese prive di risorse.
Nei cantieri, le cadute dall’alto rappresentano più di un terzo dei decessi. Nelle costruzioni si contano 182 morti nel 2024, con una quota elevata dovuta a tetti, ponteggi e coperture. Per gli over 60 questi numeri assumono un significato diverso: l’impatto di un infortunio, a quell’età, non lascia margini.
Il quadro normativo rimane immobile. Non esiste alcuna protezione aggiuntiva per gli over 60 e non è prevista alcuna modulazione dei rischi in base all’età. Le regole sono le stesse per tutti, anche quando i corpi non lo sono più. L’assenza di soglie specifiche per il lavoro in quota, la mancanza di un ritmo ridotto, l’assenza di una rotazione obbligatoria verso mansioni più leggere e la carenza di controlli medici rafforzati nei settori più esposti compongono un sistema che non riconosce l’invecchiamento come fattore di rischio.
L’effetto dei subappalti e il confronto con l’Europa
La scelta di consentire il subappalto a cascata ha frammentato ulteriormente la filiera dei cantieri. Nei livelli più bassi finiscono lavoratori anziani, spesso senza tutele reali e spesso impiegati in micro-imprese che sfuggono ai controlli ispettivi. È qui che si concentra l’80% degli infortuni mortali degli over 60, un dato che racconta quanto la debolezza contrattuale diventi vulnerabilità fisica. L’espansione dei subappalti ha anche ridotto la responsabilità diretta delle imprese principali, generando una catena di comando in cui la sicurezza scivola verso il basso fino a scomparire.
Nel resto d’Europa il quadro è diverso. La Germania ha linee guida che prevedono rotazioni e adattamenti ergonomici già dai 55 anni. La Francia limita il lavoro notturno agli over 50 in alcuni settori e finanzia le aziende che modificano l’organizzazione delle mansioni. La Finlandia integra prevenzione, riabilitazione e reinserimento, mentre la Svezia offre reali uscite flessibili grazie a un sistema pensionistico costruito sulla sostenibilità fisica del lavoratore. L’Italia combina invece un’età pensionabile tra le più alte con una struttura produttiva frammentata e una rete ispettiva insufficiente.
Chi analizza questi numeri osserva che “chi ha già lavorato una vita finisce nei mestieri più rischiosi proprio quando il corpo non può più sostenerli”. È il riassunto più fedele del paradosso italiano: un Paese che continua a far morire i propri anziani nei cantieri, nei campi e nei capannoni, senza un piano per impedirlo.