Movimento 5 Stelle, nasce la comunità giovanile: un laboratorio per gli under 36

Nasce la comunità giovanile del Movimento 5 Stelle: un laboratorio che punta a strutturarsi entro l'autunno.

Movimento 5 Stelle, nasce la comunità giovanile: un laboratorio per gli under 36

Per il momento è solo un laboratorio. Un’officina, come viene definita dallo stesso Movimento 5 Stelle. Ma in autunno sarà qualcosa di più, una vera e propria comunità giovanile pentastellata, che servirà anche ad aumentare il radicamento nei territori. L’appuntamento di oggi a Roma, dal titolo ‘Network giovani, officina del futuro’, sarà l’occasione per dare l’avvio a una fase embrionale di questa nuova organizzazione.

Una data non casuale quella scelta per il primo appuntamento: arriva proprio il giorno prima della manifestazione di sabato 17 giugno dallo slogan #BastaVitePrecarie. Un tema, quello della precarietà e del lavoro, di certo caro ai più giovani, che si ritroveranno anche loro a sfilare per le strade di Roma contro il decreto Lavoro approvato dal governo il primo maggio.

Nasce la comunità giovanile del Movimento 5 Stelle

L’organismo giovanile non ha ancora un nome, in questo momento è in corso un lavoro di confronto, un vero e proprio cantiere, come viene definito da fonti del Movimento. Che si dice soddisfatto di questa prima risposta arrivata dai giovani, come spiega a La Notizia Manuel Tuzi, membro del Comitato per la formazione e l’aggiornamento: questa “è una fase embrionale, un cantiere che ci permetterà di costruire in maniera partecipata il progetto. Lavoriamo sodo, la questione generazionale non può non essere in cima all’agenda del M5s”.

Il percorso: dal confronto ai tavoli programmatici

Oggi si parte con un primo confronto, un primo momento in cui mettere insieme tante idee. E far partire anche dei tavoli di lavoro programmatici, per far dire agli stessi giovani quali sono le tematiche da mettere al centro. Sicuramente si parte da questioni come la transizione ecologica, il diritto allo studio e all’abitare, come già sottolineato dagli under 36 iscritti al Movimento che hanno raccolto questo primo appello.

Persone che si sono interfacciate in maniera informale con il M5s e che daranno il via a questo cammino. Un gruppo da cui partire e che poi punta ad allargarsi, coinvolgendo pian piano sempre più giovani e creando un percorso sempre più ampio di adesione, già da questa fase cantieristica in cui al centro ci saranno i temi.

Ciò che il Movimento vuole fare è creare una comunità, è dar voce alle nuove generazioni. Vittoria Baldino, vicecapogruppo pentastellata alla Camera dei deputati e coordinatrice del Comitato per le politiche giovanili, sottolinea come il M5s non abbia “mai smesso di credere che il futuro appartenga ai giovani”. Bisogna, però, fare anche qualcosa in più: “Dobbiamo fare in modo che non siano solo parole. Il progetto di questo laboratorio di idee di giovani muove in questa direzione: lavorare oggi alla costruzione del domani”, aggiunge.

Un approccio seguito dopo l’elezione di Giuseppe Conte alla carica di presidente del Movimento 5 Stelle, che ha portato a tante nuove iscrizioni e alla decisione, proprio dei più giovani, di “aprire un canale di dialogo” con le strutture e gli esponenti pentastellati. Da qui è nato un confronto che è stato poi portato avanti dai comitati che si occupano dei progetti, della formazione e delle politiche giovanili all’interno del Movimento 5 Stelle.

Anche la comunità giovanile alla manifestazione del Movimento 5 Stelle del 17 giugno

Ci saranno anche le nuove generazioni in piazza sabato 17 giugno, per chiedere al governo di ascoltare le loro voci. E “la risposta che i giovani stanno dando oggi è importante: domani sfileremo con loro in piazza e poi apriremo il percorso partecipativo verso la strutturazione di un’organizzazione giovanile”, spiega Baldino. L’obiettivo di questa organizzazione giovanile non riguarda, però, solamente il radicamento nei territori e la partecipazione a grandi manifestazioni nazionali.

L’intento è di attrarre i giovani verso la politica, di allontanarli dall’astensionismo che negli ultimi anni ha caratterizzato sempre di più le giovani generazioni. E di creare un’ampia rete di partecipazione che riesca ad avvicinarsi a diversi luoghi di aggregazione fondamentali nella vita quotidiana degli under 36: dalle scuole alle università, passando per tutte le reti civiche.

Per il momento, è ancora presto per parlare di una vera e propria struttura organizzativa. Per arrivare a questa fase del processo bisognerà attendere l’autunno, quando si chiuderà la parte dedicata al confronto e si tenterà di dare un preciso modello a questo movimento giovanile. Oggi si deve partire da qualcosa di diverso, dal raccogliere le idee e aprire un dibattito per capire quali sono davvero le richieste che i giovani fanno, quali sono le loro priorità e qual è il prezioso valore aggiunto che possono portare.

Quello di oggi, spiega il coordinatore del Comitato nazionale progetti, Gianluca Perilli, è “un momento di ascolto importante”. Un momento in cui dar vita a un “confronto sincero, trasparente, il modo migliore per iniziare”.