Mozione di sfiducia a Durigon. Avviso di sfratto dai 5 Stelle. Per i grillini il sottosegretario ha screditato l’istituzione che rappresenta e deve dimettersi

Per i grillini il sottosegretario Claudio Durigon con le sue dichiarazioni ha screditato l’istituzione che rappresenta e deve dimettersi.

Mozione di sfiducia a Durigon. Avviso di sfratto dai 5 Stelle. Per i grillini il sottosegretario ha screditato l’istituzione che rappresenta e deve dimettersi

Per il Movimento 5 Stelle le dichiarazioni con cui Claudio Durigon ha commentato le inchieste che coinvolgono la Lega (leggi l’articolo), bastano e avanzano per presentare una mozione di sfiducia alla Camera. Di tutt’altro avviso il Carroccio che per bocca del ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, bolla l’iniziativa come “un’inutile perdita di tempo” e, di fatto, blinda il sottosegretario all’Economia nonché fedelissimo di Matteo Salvini.

Di ora in ora, il caso Durigon assomiglia sempre più a un terremoto che agita la maggioranza a sostegno del governo di Mario Draghi. Del resto la posta in ballo è, in qualche misura, il tema della Giustizia italiana come spiegano i 5 Stelle nella mozione in cui si legge che “come emerge da un servizio giornalistico di Fanpage”, Durigon “mantiene comportamenti e utilizza parole inappropriate circa l’indagine della magistratura che riguarda il partito a cui appartiene”.

In particolare “riferendosi all’indagine sui presunti fondi occulti della Lega e sui 49 milioni di rimborsi elettorali frutto di truffa, parlando con un conoscente, Durigon afferma: Quello che indaga della Guardia di Finanza […] il generale […] lo abbiamo messo noi”. Nel documento depositato dai parlamentari di M5S si fa riferimento all’inopportunità che Durigon conservi l’incarico al Mef, dicastero a cui fa riferimento la Guardia di Finanza, e le numerose deleghe in suo possesso, in quanto “le esternazioni del sottosegretario riguardo a un millantato ‘controllo’ delle indagini e dei processi portati avanti dalla Guardia di Finanza rispetto al suo partito gettano una oscura e pesante ombra sull’imparzialità e sull’incorruttibilità di tale Corpo dello Stato”.

Proprio per “tutelare in ogni forma l’onorabilità, l’immagine e l’operato delle donne e degli uomini del Corpo della Guardia di Finanza, che rischiano di essere compromesse dalle parole del sottosegretario”, i firmatari chiedono al Governo di ‘’avviare immediatamente le procedure di revoca, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il Consiglio dei ministri, della nomina a Sottosegretario di Stato” del deputato leghista. Secca la replica della Lega con Giorgetti che afferma che “presentare una mozione parlamentare per chiedere la revoca della nomina di Claudio Durigon, un componente di governo, senza avere il minimo riscontro oggettivo ma solo sulla base di indiscrezioni giornalistiche è un atto non solo inutile ma una perdita di tempo rispetto alle tante cose da fare”.

Di ben altro avviso il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, che su Twitter dà “il benvenuto alla mozione del M5S” che arriva “dopo il silenzio imbarazzato ed imbarazzante del presidente Draghi, del governo e di gran parte della sua maggioranza”. Istanza che incassa anche il pieno appoggio dell’ex M5S, Alessandro Di Battista, che la definisce “un primo passo anche se molto importante” spiegando che “insistendo Durigon sarà costretto a dimettersi”.

Per questo Di Battista chiede al Movimento di andare “fino in fondo. Minacci l’uscita dal governo dell’assembramento in caso di mancate dimissioni. E soprattutto pretenda dall’apostolo Draghi una parola al riguardo perché dal migliore tra i migliori, ci aspettiamo eccezionali interventi anche rispetto all’etica politica. Perché la ‘Pax-draghiana’ non può trasformarsi in silenzi di fronte a queste oscenità”. Del resto, prosegue l’ex grillino, “Durigon vanta rapporti con persone poco raccomandabili a Latina” e “ha detto frasi oscene” per le quali si deve chiarire “se ha detto una spacconata o meno”. In ogni caso, taglia corto Di Battista, le dimissioni sono necessarie.