Multinazionali, ora pagheranno le tasse anche in Italia

di Alessandro Ciancio

Il Ministero dell’Economia disporrà un controllo rigoroso e programmatico su Equitalia: lo stabilisce un emendamento di Scelta civica al ddl delega fiscale che verrà approvato oggi dalla Camera. Tra le molte novità contenute nel provvedimento vi sono anche la riforma del catasto (il valore delle case sarà determinato non più sul numero dei vani ma sui metri quadrati, il tutto collegato al “valore di mercato”) e il coinvolgimento dei Comuni nella lotta agli immobili non censiti e abusivi, prevedendo “incentivi e forme di trasparenza” per quelli più “solerti”. Vengono inoltre introdotte nuove mappe catastali sovrapposte a rilievi aerofotogrammetrici.
Non solo. I Comuni saranno vincolati a rilasciare le autorizzazioni per l’apertura delle sale giochi e di luoghi di scommessa e a pianificare la loro collocazione, tenendo conto dei parametri di distanza da luoghi sensibili validi per l’intero territorio nazionale. Dovrà essere comunque lo Stato a definire “le regole necessarie per esigenze di ordine e sicurezza pubblica”. Arriverà il divieto di pubblicità nelle fasce protette in tv e alla radio per i giochi con vincita in denaro che inducono comportamenti compulsivi mentre i negozi che per un determinato numero di anni non installino slot machine avranno un “pubblico riconoscimento”. Il testo introduce anche elementi più garantisti di verifica delle pratiche elusive, stabilendo che l’Agenzia delle Entrate debba dimostrare l’artificiosità e la manipolazione di una data operazione ma che l’impresa possa difendersi adducendo anche motivazioni extra fiscali. Si è poi deciso di delegare il Governo a incentivare, mediante riduzione degli adempimenti amministrativi e contabili per i contribuenti, l’utilizzo della fatturazione elettronica e i pagamenti online e a rafforzare la tracciabilità dei mezzi di pagamento.
Via libera anche alle tasse “proporzionali” che le società multinazionali dovranno finalmente pagare per la loro attività in Italia. All’interno dell’articolo 9 infatti la Commissione Finanze aveva inserito una norma che prevede di introdurre “sistemi di tassazione delle attività transnazionali basati su adeguati meccanismi di stima delle quote di attività imputabili alla competenza fiscale nazionale”. Ovvero: le società multinazionali che operano anche in Italia, vedi ad esempio Google, dovranno pagare le tasse nel nostro Paese in misura proporzionale al fatturato. Per un’azienda che fattura 600 miliardi e in Italia ne ricava 30 (quindi il 5%), dovrà pagare nel nostro Paese il 5% di imposte.