di Vittorio Pezzuto
Alfano non so proprio cos’abbia in testa» dice Alessandra Mussolini, senatrice berlusconiana che più di tutto teme scissioni e rotture nel Pdl. «Ci sono già passata. Non avvantaggiano nessuno e tradiscono ogni volta un’estrema debolezza politica. Se poi ci sono degli scalmanati che vogliono andar via a tutti i costi, pace. Ma il partito deve restare unito. Confido che all’assemblea nazionale Alfano saprà spiegarci perché dobbiamo appoggiare il governo anche dopo che Berlusconi sarà decaduto da senatore con i voti del Pd. Va detto che quando uno va al governo perde il senso delle cose e il ricordo stesso di come e grazie a chi è arrivato su quella poltrona. Per me il partito viene sempre prima dell’incarico ministeriale. Mi dispiace quindi che il mio segretario trami dalla mattina alla sera diversificando il suo atteggiamento da quello del presidente Berlusconi. Un segretario parla, convince. Non fa riunioni carbonare. Non usa mezzucci come far mostrare elenchi di sostenitori in favore della telecamera».
Cicchitto sostiene che…
Senta, Cicchitto non è il segretario politico. Restiamo quindi ad Alfano, che ha avuto finora un atteggiamento non trasparente e non lineare. Non ci ha mai convocato ed è rimasto zitto accanto a Schifani e a Brunetta quando ci siamo riuniti il 2 ottobre per decidere la nostra posizione sul voto di fiducia. Da lui posso anche essere convinta con un ragionamento che vola alto. Invece resta in basso, spartendosi pezzi di partito. Riunisce il gruppetto dei suoi, telefona a destra e a manca, fa il correntista, trama alle spalle degli altri. E tutto questo mentre noi restiamo in aula a sostenere per senso di responsabilità i provvedimenti del governo.
Formigoni ha annunciato in un tweet che al Consiglio nazionale ci sarà il voto segreto sui singoli documenti.
«In un tweet, capisce? Cicchitto. Formigoni. Ma anche Giovanardi e Quagliariello… Guardi, non me li faccia commentare. Quelli vanno solo in cerca di pretesti. E sparano provocazioni perché si sentono già fuori dal partito. Mi auguro soltanto che Alfano possa decidere di ritornare sui suoi passi e contribuire all’unità del nostro partito».
Che giudizio dà di questo governo?
«Mah, per il momento abbiamo ottenuto solo l’abolizione dell’Imu. Sul fronte della crescita c’è poco, quasi niente. E comunque non mi pare che ci siano le condizioni per incidere con grandi riforme. La vedo dura, ormai siamo alla resa dei conti. Anche perché Renzi, una volta eletto segretario del Pd, punterà al disfacimento dell’esecutivo Letta».
Come immagina Forza Italia?
«Deve mantenere intatti i contenuti di anticomunismo e di antitesi a tutto quello che rappresenta la sinistra. Quanto alla sua organizzazione – in circoli, sezioni o quant’altro – le confesso che la cosa mi interessa relativamente. E fino a quando non si sarà inventato qualcos’altro che le sostituisca, per me le tessere devono restare».
E sulle primarie?
«Ma va là! Sono una follia. Alfano con questa roba si è già incartato. Guardi, io queste finzioni proprio non le sopporto. Basta guardare cosa sta succedendo nel Pd: litigano come matti ma io per prima non ho ancora capito le differenze tra i diversi candidati. Con le primarie Alfano vuole solo ottenere una finta legittimazione popolare. Ma mi faccia il piacere! Vincesse le elezioni come ha sempre fatto Berlusconi e poi ne riparliamo».