Nazareno giudiziario. Renzi se la gode per la nomina di Greco alla Procura di Milano. Larghe intese al Csm e continuità con Bruti. Ma ci sono voluti ben sette mesi

Una scelta nella piena continuità, come auspicava Renzi. Il Csm ha scelto per la Procura di Milano, rimasta 7 mesi senza una guida. Nominato Francesco Greco

Una scelta nella piena continuità, come auspicava Matteo Renzi. Ieri il Csm ha messo fine all’incredibile vicenda della Procura di Milano, rimasta per sette mesi senza una guida, e ha nominato a larga maggioranza Francesco Greco come procuratore capo. Greco, napoletano, 64 anni, guidava da anni il pool reati finanziari e ha sconfitto la concorrenza di Alberto Nobili, anch’egli procuratore aggiunto, esperto di criminalità organizzata. Il nuovo capo della Procura che ha competenza sull’alta finanza è stato l’alleato più solido di Edmondo Bruti Liberati, che nello scorso novembre ha preferito andare in pensione dopo mille polemiche sulla gestione dei fascicoli (si dimenticò quello sulla vendita della Sea) e sulla moratoria non scritta riguardo all’Expo. Ora, la domanda che tutti si fanno nel Palazzo di giustizia milanese è questa: con Greco proseguirà quella tregua giudiziaria su uno degli affari più ghiotti di questi anni come l’esposizione universale, tregua che ha di fatto consentito a Giuseppe Sala di candidarsi a sindaco per Renzi senza patemi, oppure verranno riprese quelle indagini che fino al 2014 portarono a clamorosi arresti e a una serie di patteggiamenti? E la stessa domanda si pone su quello che potrebbe diventare un nuovo, esplosivo, fronte giudiziario.

BANCHI DI PROVA – Proprio ieri, in contemporanea con la nomina di Greco, la Consob ha mandato la Guardia di Finanza nella sede di Mediobanca per acquisire documenti sull’Opa Rcs lanciata da Andrea Bonomi, con la regìa di Alberto Nagel. Ma in corso ci sono altre delicate indagini e processi impegnativi, come quelli sul crac Ligresti e su Unipol Fonsai (anche se la Procura più tosta su questa partita è quella di Torino) e sulla famiglia Riva, proprietaria dell’Ilva. Proprio sull’Ilva, Greco si è fatto apprezzare dal governo, visto che è stato il regista della soluzione che faceva perno sul sequestro di due milioni ai Riva per rilanciare il gruppo siderurgico. Ma la magistratura svizzera ha bloccato i fondi e l’operazione è saltata.

APPOGGI TRASVERSALI – Il magistrato napoletano, che nel tempo libero si rilassa sugli sci a Courmayeur, è stato anche consulente del governo, sia con Enrico Letta che con Matteo Renzi, sui temi del riciclaggio e dei reati finanziari. Vicino a Magistratura democratica, la corrente di sinistra delle toghe, è stato però in ottimi rapporti con Giulio Tremonti, che da ministro dell’Economia sognava di portarlo alla guida della Consob. Operazione che non andò in porto per la contrarietà di Silvio Berlusconi, che riteneva un brutto messaggio a livello internazionale nominare un pm a guardia della Borsa. Greco ci rimase un po’ male, ma restò in buoni rapporti anche con Forza Italia, che gli ha ampiamente perdonato il fatto di esser stato uno dei magistrati di punta del pool Mani Pulite. Tanto è vero che ieri, al Csm, lo hanno votato anche i laici di centrodestra.