Negazionisti pure nel diritto. Per cercare nelle carte quello che non c’è

Ora che i famigerati verbali del Comitato tecnico scientifico, richiamati nei decreti del presidente del consiglio dei ministri (dpcm) emanati per la gestione dell’emergenza sanitaria – sono stati finalmente pubblicati, i negazionisti dovrebbero farsene una ragione. Dai verbali – oggetto di un duro scontro legale tra la Fondazione Einaudi e il Governo – non è emerso nulla di clamoroso, a parte il fatto che, nonostante il Comitato (consultivo, è bene ricordarlo) suggerisse di procedere a chiusure differenziate, l’Esecutivo optò, in forza di una legittima scelta politica, per il lockdown su tutto il territorio nazionale.

Una decisione all’insegna della prudenza che, confrontando l’attuale situazione dei contagi in Italia con quella del resto d’Europa, si è rivelata più che mai saggia. Eppure, accusato il colpo, i complottisti non mollano. “E’ inaccettabile che il governo tenga ancora secretati i verbali relativi alla zona rossa di Alzano e Nembro”, tuonano i parlamentari bergamaschi della Lega. A cui farebbe forse bene un rapido ripasso di diritto amministrativo. I cinque verbali pubblicati dal Governo – datati 28 febbraio, 1 marzo, 7 marzo, 30 marzo e 9 aprile 2020 – sono esattamente quelli richiamati nei dpcm dell’Esecutivo e ai quali la Fondazione Einaudi aveva chiesto l’accesso.

Posto che la legge (la 241 del 7 agosto 1990) che regola la trasparenza dell’attività amministrativa stabilisce (articolo 24: esclusione del diritto di accesso) che “non sono ammissibili istanze di accesso preordinate ad un controllo generalizzato dell’operato delle pubbliche amministrazioni”, c’è un’altra norma, più recente, che la Lega dovrebbe conoscere bene. Il dpcm 143 del 27 giugno 2011, emanato durante il Governo Berlusconi di cui il Carroccio faceva parte, che esclude dall’accesso “i documenti e gli atti amministrativi… concernenti il lavoro di commissioni, organi collegiali, comitati… qualora finalizzati all’adozione di atti normativi, di atti amministrativi generali…”.

Quindi anche quelli del Comitato tecnico scientifico che il Governo Conte, senza attendere la pronuncia definitiva del Consiglio di Stato, ha deciso di pubblicare. Non risultano ulteriori richieste di accesso agli atti. Né, quindi, l’obbligo dell’Esecutivo di pubblicarne altri. Checché ne dica la Lega.