di Lapo Mazzei
Le primarie per alfaniani e governativi. Il voto in Aula sulla decadenza di Silvio Berlusconi per i lealisti. Al di là della semplificazione fra falchi e colombe (e delle relative posizioni standard), sembrano essere queste le armi scelte dai due fronti berlusconiani contrapposti per affrontare la battaglia finale, prima che la calata del sipario sul Popolo delle Libertà riconsegni la scena a Forza Italia. E sono armi politiche estremamente delicate, da maneggiare con cura, visto che accendono passioni e tensioni e richiedono precise scelte di campo. Non a caso le parole di Alfano hanno subito riacceso le speranze di quanti sono fuori dal Pdl, nella convinzione che un centrodestra allargato sia ancora possibile. Per quanto potrà sembrare paradossale il dibattito fra chi sta a prescindere con Berlusconi (pur sapendo che il destino è una sorta di ridotta della Valtellina) e coloro che sono disposti a seguire Angelino Alfano sulla strada del sostegno al governo (ritenendolo l’unica soluzione possibile) sembra avviato a incanalarsi sui binari della concretezza.
Le frasi che dividono
Chiedere le primarie, come ha fatto Alfano conversando con Bruno Vespa – che ha dispensato alle agenzie l’ennesima anticipazione di un libro che, di fatto, è già uscito – è una chiara scelta di campo, che dà alla corrente dei “diversamente berlusconiani” un corpo e un anima. Alla quale i lealisti hanno replicato con l’unico strumento a loro disposizione. “Io ragiono sul dopo Berlusconi il giorno in cui Berlusconi autorizzerà il dopo” afferma Raffaele Fitto, leader dei lealisti del Popolo della Libertà, sempre conversando con Bruno Vespa per il libro “Sale, zucchero e caffè. L’Italia che ho vissuto da nonna Aida alla Terza Repubblica”, in uscita l’8 novembre da Mondadori-Rai Eri. “Ricordiamo che lui ha fatto la campagna elettorale del 2013 dicendo che il candidato a palazzo Chigi sarebbe stato Alfano, quindi sarà ancora una volta lui a decidere che cosa si farà”. Insomma, i berlusconiani hanno ancora nel Cavaliere il loro sole mentre i governativi guardano già oltre lo steccato. “La mia idea non è cambiata rispetto alla fine del 2012 quando lanciammo le primarie” spiega il vicepremier. “Alle prossime elezioni il nostro candidato dovrà essere scelto attraverso primarie il più aperte possibile, alle quali partecipi il più alto numero di simpatizzanti”. Alfano, ovviamente, coglie anche l’occasione per attaccare il fronte dei cosiddetti falchi. “A proposito della linea del partito, il nostro è stato sempre un grande movimento a guida e a prevalenza moderata” spiega. “Non è un bene che finisca in mano a estremisti. Berlusconi non lo è, ma c’è il rischio che nella gestione pratica e quotidiana della comunicazione si prenda quella deriva”.
Bondi reagisce
Sin qui il quadro delle posizioni in campo, diventate subito il faro per la navigazione di falchi e colombe. Ma a dare il senso di quel che si muove dentro e fuori il Pdl sono le reazioni. “Leggo con stupore misto ad amarezza le dichiarazioni di Alfano contenute nel libro di Vespa. Per me Forza Italia è un patrimonio che non dovrebbe essere intaccato con dichiarazioni così avventate e radicali” sostiene Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia, di fronte alle parole del vicepremier Alfano. “L’unica ragione per cui scelgo di restare in Forza Italia”, prosegue, “è la leadership umana e politica del presidente Berlusconi, il quale fa bene a non lasciare Forza Italia né ai supposti estremisti né tantomeno a coloro che non hanno dimostrato alcuna lealtà e solidarietà nei suoi confronti nel momento più difficile della sua vita personale”. Con Bondi si schiera Daniele Capezzone. “Condivido parola per parola le dichiarazioni dell’amico Bondi. Quanto alle dichiarazioni del vicepremier Alfano, io resto della mia opinione: l’estremismo più temibile, per l’Italia e per i nostri elettori, sarebbe quello di chi dovesse accettare l’idea di aumentare la pressione fiscale o di rimettere la tassa sulla prima casa sotto falso nome”. Berlusconi, intanto, rientra oggi a Roma. Sul tavolo i futuri assetti del Pdl-Fi e la tenuta delle larghe intese. Ne ha parlato ieri con lo stesso Fitto mentre per stasera ha in agenda l’ennesimo colloquio riservato con Alfano. Il cui retroscena, ne siamo sicuri, prima o poi ci verrà raccontato in un altro libro di Vespa.