La Sveglia

Netanyahu devasta Gaza e pensa alle nozze del figlio

A Gaza non ci sono matrimoni da rimandare: ci sono bambini da seppellire e ospedali da scavare sotto le macerie.

Netanyahu devasta Gaza e pensa alle nozze del figlio

Benjamin Netanyahu ha spostato il matrimonio del figlio a causa della guerra, e ne ha parlato pubblicamente con toni da sacrificio personale: “È un costo per tutta la mia famiglia”, ha detto all’ospedale Soroka, colpito da un missile iraniano. Ha evocato il Blitz su Londra e il dolore di un padre costretto a rinunciare a un evento gioioso. Ma l’indignazione non è esplosa per il rinvio del ricevimento: è esplosa perché mentre Gaza è devastata, mentre il 94% degli ospedali palestinesi è stato distrutto da Israele, Netanyahu pretendeva compassione per il proprio disagio familiare.

Lo stesso premier che ha definito “atto terroristico” il colpo iraniano sull’ospedale israeliano – un singolo missile con feriti ma senza vittime – ha autorizzato una campagna militare che ha raso al suolo strutture sanitarie, ambulanze, reparti neonatali, come attestano l’OMS e l’OHCHR. Israele si indigna quando subisce, ma rivendica “necessità militare” quando bombarda. È l’architettura retorica del doppio standard: il diritto internazionale vale solo se protegge se stessi, non se accusa.

Così, mentre l’esercito israeliano è accusato da AP e Haaretz di usare “scudi umani” palestinesi in modo sistematico – la cosiddetta “procedura zanzara” – Tel Aviv continua ad accusare Hamas di fare lo stesso, giustificando i propri crimini. Il diritto, la morale, persino la sofferenza diventano strumenti da impugnare solo se servono a rafforzare una narrativa. Ed è questa manipolazione sistematica che mina ogni pretesa di legittimità. Ma a Gaza non ci sono matrimoni da rimandare: ci sono bambini da seppellire e ospedali da scavare sotto le macerie.