Netanyahu senza pietà: “A Gaza non c’è nessuna carestia”. Ma un altro bambino muore di denutrizione e i civili continuano a cadere sotto il fuoco mentre cercano cibo

Netanyahu shock: “A Gaza nessuna carestia”. Ma un altro bambino muore di denutrizione e continuano le uccisioni di civili in fila per il cibo

Netanyahu senza pietà: “A Gaza non c’è nessuna carestia”. Ma un altro bambino muore di denutrizione e i civili continuano a cadere sotto il fuoco mentre cercano cibo

“Non c’è alcuna fame a Gaza”. Con queste parole, pronunciate con freddezza da Benjamin Netanyahu durante una conferenza evangelica a Gerusalemme, il premier israeliano ha negato l’evidenza che da mesi sconvolge la comunità internazionale: la popolazione palestinese della Striscia sta morendo di fame. Letteralmente.

A poche ore dalle sue dichiarazioni, un neonato, Muhammad Ibrahim Adas, ha perso la vita per malnutrizione e carenza di latte artificiale, secondo quanto riferito dai medici dell’ospedale Al-Shifa a Al Jazeera Arabic. E sempre nella stessa giornata, fonti sanitarie della Striscia riferiscono che quasi 100 civili palestinesi sono stati uccisi mentre cercavano aiuti umanitari, in particolare nel nord di Gaza e a Khan Younis.

Una realtà negata

Netanyahu ha affermato che “Israele ha consentito l’ingresso di aiuti umanitari per tutta la durata della guerra” e che “non ci sarebbe nessun abitante di Gaza” se così non fosse stato. Ha parlato di 1,9 milioni di tonnellate di aiuti inviati dall’inizio del conflitto, accusando Hamas di intercettare i rifornimenti per poi addossare la responsabilità a Israele.

Ma il bilancio umano racconta un’altra verità, più brutale e più urgente. Le testimonianze che arrivano dagli ospedali, i video dei convogli presi d’assalto, i dati delle Nazioni Unite, le immagini dei bambini denutriti e i racconti delle madri disperate non possono essere liquidati come propaganda. E soprattutto non possono essere contraddetti dal palco di una conferenza politica, a migliaia di chilometri da un’infanzia che muore per un biberon vuoto.

Il fuoco sugli affamati

L’orrore non si ferma alla fame. Oggi, secondo quanto riportato dall’ospedale al-Awda, i soldati israeliani hanno aperto il fuoco su un gruppo di civili in fila per ricevere aiuti umanitari nei pressi dell’incrocio di Netzarim. Una persona è rimasta uccisa e molte altre ferite. Le Forze di Difesa Israeliane (Idf) hanno ammesso l’episodio parlando di “colpi di avvertimento per rimuovere una minaccia immediata”, senza però fornire dettagli sui motivi per cui civili affamati – disarmati, in fila – potessero rappresentare una tale minaccia.

È l’ennesima tragedia in una lista che si allunga ogni giorno: il Ministero della Salute di Gaza ha contato almeno 67 vittime nel nord della Striscia solo ieri, e altre sei a sud. Tutti civili, tutti colpevoli soltanto di voler sopravvivere a una guerra che non lascia tregua, né dignità.