Nulla di fatto. Tra Mario Draghi e sindacati sulle pensioni va in scena un duro braccio di ferro nel corso del vertice a Palazzo Chigi. Presenti anche i ministri del Lavoro, Andrea Orlando, quello della Pa, Renato Brunetta e il numero uno dell’Economia, Daniele Franco. Alla vigilia dell’incontro i sindacati hanno minacciato di ricorrere allo sciopero se il pacchetto Franco (leggi l’articolo) con il sistema delle Quote non dovesse cambiare. E ribadiscono al termine del faccia a faccia la minaccia.
Si va verso la proroga di Opzione donna e l’estensione dell’Ape social ad altre categorie di lavoratori gravosi (leggi l’articolo), come chiedono Pd e M5S, ma per i sindacati questo non basta. Non c’è intesa sul meccanismo che sostituirà Quota 100. il premier tiene ferma la sua linea sui punti centrali della manovra e su un ritorno graduale alla normalità, ovvero alla legge Fornero. Le parti si rivedranno oggi. Ma in realtà, chiariscono i sindacati, all’ordine del giorno non c’è la legge di Bilancio ma il G20.
Il tempo stringe: la manovra dovrebbe sbarcare in Consiglio dei ministri giovedì. Dopo due ore di riunione il premier lascia il tavolo ai ministri Franco, Orlando e Brunetta. Sulle pensioni i sindacati vorrebbero una riforma complessiva che consenta di superare la legge Fornero. Il governo resta sulla proposta di un meccanismo graduale di ritorno alla legge ordinaria. I margini per discostarsi dal meccanismo di partenza, con Quota 102 e Quota 104, sono strettissimi.
La Lega propone un’uscita a 63 o 64 anni nel 2022, per rinviare un intervento più complessivo al prossimo governo. O in alternativa rilancia “Quota 41” che propone al governo di fissare l’età minima di 62 anni, con 41 di contributi. “L’incontro non è andato bene”, sulle pensioni ci sono “solo 600 milioni. Non ci sono risposte sulla riforma complessiva necessaria. Il sindacato valuterà nei prossimi giorni forme e strumenti di mobilitazione per fare scelte adeguate”, dice il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri.
Il confronto con il governo sulle pensioni è stato “insufficiente” e per questo nelle prossime ore alla luce del testo che andrà in Cdm i sindacati valuteranno una fase di mobilitazione con manifestazioni, ribadisce il leader della Cisl, Luigi Sbarra. “Se giovedì il governo confermerà questa impostazione nei prossimi giorni valuteremo iniziative unitarie di mobilitazione”, sentenzia il leader della Cgil, Maurizio Landini.
MALUMORI DIFFUSI. I sindacati ritengono insufficienti anche le risorse – pari a tre miliardi – stanziate per la riforma degli ammortizzatori sociali. E confermano che il Governo non ha deciso ancora nulla su come modulare il taglio delle tasse pari a 8 miliardi. La scelta, dicono, dovrebbe essere rinviata all’esame parlamentare della legge di Bilancio. Draghi e Franco vorrebbero destinare la quasi totalità delle risorse a tagliare il cuneo fiscale per i lavoratori. Ed è questa anche la posizione del Pd. Ma il centrodestra e le imprese chiedono di agire anche lato aziende.
Circola l’ipotesi che due terzi vadano ai lavoratori, un terzo alle imprese. Quanto al Superbonus, caro al M5S e sostenuto da tutta la maggioranza, dovrebbe arrivare una proroga anche per le villette oltre che per i condomini, ma con un limite di reddito. E potrebbe anche ritornare il bonus facciate con modifiche, ad esempio una percentuale ridotta al 70%. Il premier nelle prossime ore potrebbe rivedere Matteo Salvini e anche il leader M5S, Giuseppe Conte. In ballo c’è anche il cashback, misura che è stata sospesa e che i pentastellati vorrebbero venisse riattivata.
“Ad ogni legge di bilancio – ha detto a Radio anch’io il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio parlando di pensioni – c’è sempre una trattativa serrata con le parti sociali. Credo che quello di ieri sera, sulle pensioni, sia un passaggio del negoziato. Il presidente del Consiglio cerca sempre di andare incontro a tutti ma non può andare contro la sostenibilità del bilancio. Adesso nessuno vuole tornare alla legge Fornero ma nemmeno tornare a quota 100, dobbiamo trovare un compromesso e sono sicuro si riesca a farlo”.