Nomine, nel governo è lotta all’ultima poltrona

di Stefano Sansonetti

Per alcuni è una diversità di vedute, che si risolverà in tempi molto brevi. Per altri si tratta di uno scontro all’esito del quale si dovrà trovare un compromesso un po’ più complesso. In ballo c’è la successione di Attilio Befera al vertice dell’Agenzia delle entrate. Poltrona strategica, dalla quale dipendono le sorti del Fisco italiano. La divergenza di opinioni è tra il ministero dell’economia guidato da Pier Carlo Padoan, dal quale dipende la medesima Agenzia, e palazzo Chigi. A pochissimi giorni dalla scadenza dello spoils system, destinato a ridisegnare i vertici dell’amministrazione finanziaria, al dicastero di via XX Settembre sembra prevalere l’idea di optare per una linea di continuità gestionale. Il che, tradotto, significherebbe sistemare al vertice delle Entrate Marco Di Capua, attuale numero due della struttura, sponsorizzatissimo da Befera. A palazzo Chigi, dove Matteo Renzi si è insediato lo scorso 22 febbraio, vorrebbero invece una soluzione di maggiore discontinuità. C’è chi addirittura parla di un taglio netto. E nelle ultime ore è tornato a riproporsi il nome che, anche si indicazione di Renzi, potrebbe incarnare questa esigenza di rinnovamento. Si tratta di Francesco Greco, procuratore che a Milano si occupa da anni di reati finanziari. Un nome forte, quindi, sul quale però non tutti sono d’accordo.

Il quadro
Sono in molti a ritenere Di Capua ancora favorito, ma le perplessità di palazzo Chigi non paiono un ostacolo da poco. Tra l’altro c’è chi fa notare come Greco già adesso abbia un suo uomo di fiducia all’interno dell’Agenzia delle entrate. Parliamo di Antonio Martino, attualmente a capo dell’Ufficio centrale per il contrasto agli illeciti fiscali internazionali. Martino vanta un passato di strettissime collaborazioni con i magistrati di Milano, almeno a partire dai primi anni anni ‘90. In più nel gennaio 2013, proprio insieme a Greco, ha fatto parte del gruppo di studio costituito dal ministero della giustizia sul fenomeno dell’autoriciclaggio, la cui evoluzione normativa oggi è considerata dallo stesso Greco come indispensabile per perfezionare l’operazione di rientro dei capitali. E permettere così allo Stato di fare cassa. Insomma, l’approdo di Greco all’Agenzia potrebbe proprio essere legato al piano di rientro dei capitali. A beneficiare della novità rappresentata dal pm, tra l’altro, sarebbe anche Luigi Magistro, altro ex Gdf, oggi numero due dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Il quale vanta un ottimo rapporto con la coppia Greco-Martino, avendo collaborato sempre negli anni ‘90 con il pool di Mani pulite. Magistro potrebbe ritornare con un ruolo di rilievo in Agenzia, oppure ricoprire un incarico in Equitalia, sempre in un’ottica di rinnovamento al quale non sfuggirebbe la holding di riscossione. In piedi rimane anche la candidatura rosa di Rossella Orlandi, territorialmente vicina a Renzi (essendo nata a Empoli), già capo ufficio controlli fiscali in Toscana e oggi direttore regionale del Piemonte. In questo caso parliamo di una “Visco girl”, cioè di un funzionario appartenente a quella “guardia fiscale” sostenuta dall’ex ministro delle finanze. Il nodo dovrebbe essere sciolto a giorni.

Gli altri posti
A via XX Settembre, poi, viene data per scontata la conferma per il direttore generale del Tesoro, Vincenzo La Via, ex direttore finanziario della Banca mondiale che ha spesso rappresentato in seno al Financial Stability Board, all’epoca guidato da Mario Draghi. E a far premio, per La Via, è proprio il solido rapporto che lo lega al presidente della Bce. Più pericolante, invece, è la poltrona del Ragioniere generale dello Stato, Daniele Franco, funzionario di spicco di Bankitalia portato a via XX Settembre dall’allora ministro Fabrizio Saccomanni. Nel caso in cui si dovesse optare per volti nuovi, in lizza vengono dati due profili. Quello di Alessandra Dal Verme, oggi a capo dell’Ispettorato affari economici della Ragioneria e cognata del Pd Paolo Gentiloni (renziano della prima ora), e quello di Biagio Mazzotta, capo dell’Ispettorato generale del bilancio. Al Dipartimento delle finanze, ormai svuotato delle funzioni che aveva una volta, potrebbe strappare una conferma Fabrizia Lapecorella. Conferma data per assodata anche per Giuseppe Peleggi, altro Visco boy, al vertice dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Ora, considerando che il governo Renzi si è insediato il 22 febbraio, i 90 giorni di spoils system sono destinati a scadere tra pochissimo. Ed è probabile che già a partire dal prossimo consiglio dei ministri il governo fornisca alcune indicazioni.
@SSansonetti