“Non chiamiamolo condono”. Sui grattacieli fantasma Sala ricorda Berlusconi

Sala non fa autocritica e spera ancora in una mano da Salvini. “Milano ha bisogno di essere aiutata”, dice.

“Non chiamiamolo condono”. Sui grattacieli fantasma Sala ricorda Berlusconi

Una volta i condoni erano di destra. E la sinistra li osteggiava. A Milano questa regola non vale… Anzi. I condoni ora li chiede la sinistra, cioè il sindaco Beppe Sala, e la destra prova a regalarglieli, cioè Matteo Salvini. Peccato che a turbare il giochetto ci si sia infilato quel grande guastafeste del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per il quale cambiare una norma mentre ci sono oltre trenta fascicoli aperti in Procura, non è una cosa bella…

Sala: “Milano non deve essere salvata, ma aiutata”

E così, il Salva-grattacieli o Salva-Milano è saltato. Per adesso. Ma per Sala (e per tutti i costruttori che hanno fatto fortuna a Milano, edificando torri dove c’erano dei box, spacciandole per “ristrutturazione edilizia” e pagando oneri infinitesimali) la speranza è l’ultima a morire. “Milano non ha bisogno di essere salvata, ha bisogno di essere aiutata”, ha tuonato Sala ieri, a margine di un convegno sui 50 anni della cooperativa Ccl, “vediamo cosa succederà in Parlamento”.

Per Sala, Milano “va aiutata, perché, in caso contrario, questa stasi immobiliare ci porta a una riduzione consistente degli oneri di urbanizzazione. Se queste cose si sapessero nel momento in cui si costruisce un bilancio, ci si pensa. Ora l’anno è in corso e io non so da che parte iniziare per ridurre il budget che non ha tutte queste aree di flessibilità. Stiamo a vedere”.

Nessun pentimento dalle parti di Palazzo Marino

Ma Sala non appare affatto pentito per quanto accaduto, come se fosse normale che al posto di una villa liberty o in un giardino condominiale, all’improvviso, spuntasse un palazzo da 17 piani… Anzi, il sindaco di centrosinistra ha rivendicato la scelta della deregulation che ha fatto la fortuna dei costruttori e la sfortuna della classe media, che le case in quelle torri non se li può permettere ed è costretta a lasciare la città. Ha poi rivendicato i disagi degli abitanti, che con le nuove costruzioni hanno vissuto l’aumento di traffico, la necessità di nuovi servizi, parcheggi, scuole, asili, infrastrutture ecc… Tutti “fastidi” che, se le nuove edificazioni avessero seguito l’iter previsto dalla legge, sarebbero stati affrontati e risolti. Facendoli pagare ai costruttori… Invece, con la versione light dell’urbanistica, non hanno versato quasi niente.

Sala chiede l’aiutino, come faceva Berlusconi…

Perché l’amministrazione di Milano ha voluto assecondare gli immobiliaristi e ora si trova con la Procura all’uscio. E, al posto di chiedere scusa e fare ammenda, cerca un condono salvatutto e di cambiare la legge. Un po’ come faceva Berlusconi… “Immaginare che la legge Salva-Milano possa essere un condono sarebbe veramente un po’ svilire il nostro lavoro”, si è inalberato martedì Sala, “noi non riteniamo di dovere essere condonati, ma che deve essere riconosciuto il nostro lavoro. Non è una questione di condono, io continuo a difendere quello che abbiamo fatto”.

Una logica perversa

E sulle inchieste ha chiarito una logica tutta sua: “Se ho un immobile che di fatto è in disuso e l’accusa è che da quello sia stato tirato su un grattacielo, quindi non è una ristrutturazione ma un progetto nuovo, io posso capire. Ma se l’operatore immobiliare aveva la volontà di costruire una torre residenziale e l’avesse costruita di fianco, Milano si sarebbe trovata comunque con la torre e con il rudere che permaneva. Quindi dal punto di vista ambientale e di occupazione del suolo sarebbe stato peggio”. Un ragionamento che non tiene conto di un particolare: l’operatore non può costruire dove vuole, ma dove può, in base ai permessi, governati dalle regole dell’edilizia. Quindi il grattacielo sarebbe sorto solo se in regola…

Più velocità, meno legalità

E anche circa le contestazione delle mancate autorizzazioni da parte del Consiglio, Sala ha voluto ribadire il suo punto: “L’accusa è che in alcuni casi noi siamo passati attraverso un’autorizzazione direttamente dagli uffici, e non da giunta e Consiglio. Anche questo è voluto, noi ritenendo di esser nella legittimità abbiamo fatto qualcosa per essere più rapidi”. Quindi più veloci, ma meno legali… E a chi ha giovato questa velocità? Di certo non ai milanesi…

Basterebbe seguire le regole

Infine Sala ha parlato dei progetti che rischiano di rimanere al palo per paura di finire sotto la lente della Procura. “Ad esempio la riqualificazione di piazzale Loreto, che è sospesa perché chi la propone teme di rientrare in queste casistiche e si è fermato”. Basterebbe che chi costruisce lo facesse in base alle norme e i cantieri potrebbero andare avanti, come accadeva prima della “deregulation”. Certo, magari i costruttori sorriderebbero di meno, ma almeno i cittadini sarebbero più felici.