Non si molla il tesoretto. I Benetton difendono Atlantia. Voci su un’Opa per impedire l’assalto di Perez. Poi l’uscita dalla Borsa con i soldi della Cdp

Voci di un'Opa difensiva su Atlantia per impedire l'assalto di Perez. Poi l'uscita dalla Borsa con i soldi della Cdp.

La famiglia Benetton è pronta a difendere il tesoretto in arrivo dalla Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) per l’uscita dalle autostrade italiane – oltre 8 miliardi – e per questo insieme al fondo Blackstone sarebbe pronto il lancio di un’Opa difensiva su Atlantia già mercoledì prossimo. Questa per lo meno la previsione che fa Bloomberg, citando fonti vicine alla vicenda.

Sarebbe pronto il lancio di un’Opa difensiva su Atlantia già mercoledì prossimo

Fonti secondo cui la holding Edizione, guidata da Alessandro Benetton (nella foto), e che controlla il 33% di Atlantia, punta a coinvolgere gli altri attuali azionisti nel piano per rilevare la società e poi procedere con il delisting da Piazza Affari. In quest’ottica si sarebbe aperto un dialogo con il fondo sovrano di Singapore Gic Private Limited e la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino (Crt) per studiare il progetto. Insieme Gic e Crt controllano il 13% di Atlantia.

Ieri intanto il titolo è un po’ sceso dopo il rally innescato dall’annuncio di una possibile Opa da parte dell’Acs di Florentino Perez in partnership con i fondi Gip-Brookfield. Così Atlantia ha chiuso la seduta con una flessione dell’1,09%, dopo una partenza in ulteriore calo e con volumi di azioni superiori alla media, denotando la prosecuzione del forte interesse sulla società di concessionarie autostradali.

Seppure l’ipotesi annunciata dal colosso spagnolo guidato da Perez è sempre stata definita amichevole, il mercato ed evidentemente gli stessi Benetton fiutano aria di battaglia. Al punto da correre a premunirsi rafforzando la partecipazione in Atlantia, che una volta liberatasi di Autostrade per l’Italia potrà concentrarsi su nuove acquisizioni, soprattutto all’estero, valorizzando il proprio know how nel comparto delle concessioni e delle infrastrutture.

Uno scenario molto diverso da quello su cui punterebbe il piano spagnolo, che scinderebbe i settori core business – concessioni, grandi opere e aeroporti – al punto da far parlare gli stessi Benetton di “spezzatino”. Intanto si avvicina l’assemblea, in programma il 29 aprile prossimo con il rinnovo del board (nuovo presidente l’ambasciatore Giampiero Massolo mentre è confermato l’Amministratore delegato Carlo Bertazzo), e l’impegno ad abbracciare una nuova politica Green, delineata in un Climate action plan. Un documento definito apripista in Italia e che assume una lunga serie di impegni sul versante della decarbonizzazione.

Un radicale cambio di passo dopo gli anni in cui sulle autostrade italiane non si investiva quasi più in niente, a partire da sicurezza e manutenzione, con gli effetti che si sono visti sul viadotto di Avellino e con il crollo del Ponte Morandi a Genova.