Non solo Firenze. L’Italia crolla. E la prevenzione, tra leggi nel cassetto e soldi insufficienti, è una frana

Un Paese fragile. E l’amara constatazione che quanto accaduto a Firenze sia solo l’ultimo episodio di una serie di eventi dovuti a un Paese che si sgretola.

Un Paese fragile. Troppo fragile. E l’amara constatazione che quanto accaduto a Firenze sia solo l’ultimo episodio di una serie – interminabile – di eventi dovuti a un Paese che si sgretola sotto i nostri occhi. Basti questo: soltanto nel 2015 frane e alluvioni hanno causato in Italia ben 18 vittime, un disperso e 18 feriti. Senza parlare dei 3.694 senzatetto o evacuati dopo smottamenti e tempeste. Cataclismi che, nel giro di 365 giorni, hanno coinvolto 19 Regioni (su 20), 56 Province e 115 Comuni. Insomma, un anno nero.

Un anno che fa parte, di diritto, di un trend che nel suo insieme è drammatico. Dal 2000, infatti, secondo gli ultimi dati di Legambiente, le vittime per alluvioni sono state 145 con 44.528 evacuati e nessuna Regione immune.

TUTTO FERMO – Una situazione al limite del tollerabile. Tanto che l’attuale Governo, dopo anni di cattiva gestione (i dati parlano di una spesa di circa 800mila euro al giorno per riparare i danni e meno di un terzo per prevenirli), ha pensato di metter su la struttura di missione “Italia Sicura” che ha stanziato 654 milioni di euro per i primi 33 cantieri (scherzo del destino, la maggior parte proprio previsti in Toscana) che fanno parte del più ampio prospetto di intervento, che comprenderà ben 132 cantieri complessivi per un totale di 1,3 miliardi di euro. Peccato, però, che per com’è combinato il nostro Stato, potrebbe non bastare.

E a dirlo è la stessa unità di crisi di Palazzo Chigi. Prendiamo gli stati d’emergenza attivi in Italia per dissesto idrogeologico e lo stanziamento per ognuno di questi. La Regione che ha ricevuto più soldi è proprio quella di Matteo Renzi: ben 78 milioni 337 mila euro. A seguire l’Emilia Romagna con 72 milioni (la Regione del ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti) e la Liguria (circa 63 milioni). Ma attenzione. Confrontiamo, ora, i fondi stanziati con i danni accertati. In Emilia Romagna occorrerebbe un miliardo 417 milioni per tornare a una situazione di normalità. In pratica, solo per questa Regione non basterebbero tutti i soldi che Palazzo Chigi vorrebbe stanziare per risolvere il problema dissesto idrogeologico. E in Toscana? Qui occorrerebbero 689 milioni. In altre parole, nella Regione appena colpita da un altro evento calamitoso, è stato stanziato appena l’11% di quanto servirebbe. In Emilia Romagna il 5%. Per non parlare dell’Abruzzo: danni accertati per 806 milioni e fondi stanziati per l’emergenza pari a 45,5 milioni. Facendo un calcolo complessivo, i soldi stanziati costituiscono circa il 10% di quanto invece occorrerebbe per tornare a una situazione di normalità dal punto di vista del dissesto idrogeologico.

Ma non basta. C’è una legge, infatti, risalente al 2012 che obbligherebbe gli enti locali a mappare il proprio territorio di modo che si possa sapere con certezza (perlomeno relativa) quali siano le aree potenzialmente a rischio. Il condizionale, però, è d’obbligo, dato che non tutti i Comuni forniscono poi i dati richiesti. Ma non c’è fretta. L’Italia, intanto, continua a sprofondare.

Tw: @CarmineGazzanni