Notre-Dame, una tragedia in Tv. Gamaleri: “Reti private ko. Il racconto migliore è del Tg2. Il telegiornale di Raiuno in evidente difficoltà”

Intervista a Gianpiero Gamaleri, docente di comunicazione all’Università Roma Tre

Notre-Dame de Paris è salva. Ma il giorno dopo l’incendio a divampare sono le polemiche. Perché mentre la meravigliosa cattedrale bruciava, in Tv è successo praticamente di tutto. E se molti programmi si sono fermati per dedicare spazio alla notizia con il racconto quasi apocalittico di quanto accadeva, la rete ammiraglia della televisione di Stato ha aperto il suo Tg1 parlando della Libia, salvo poi rimediare con un approfondimento che a dir poco ha avuto qualche problema.

Niente a che vedere con il Tg di Raidue che invece ha seguito le fasi drammatiche della tragedia dal primo minuto con dirette e ospiti in studio. Su questo il professor Gianpiero Gamaleri, docente di comunicazione all’Università Roma Tre, non ha dubbi.

Professore, i media come hanno coperto questo evento?
“C’è stata una doverosa corsa per dare la notizia, ma il Tg1 ha avuto diverse lacune, e dopo l’approfondimento era senza anima. Ottimo invece il Tg2 con giornalisti preparati, sempre in diretta, con ospiti in studio e con i commenti di Antonio di Bella molto attento a ogni dettaglio”.

E Mediaset e La7 che non hanno cambiato i palinsesti mandando persino in onda il Grande Fratello?
“Hanno lasciato un vuoto inammissibile per un evento eccezionalissimo. Le Tv private pensano solo ai soldi della pubblicità e quindi lasciano le trasmissioni più redditizie, è ovvio”.

Il racconto che ha fatto la nostra televisione è stato politicamente corretto?
“C’era poco da essere corretti, c’era la forza di un evento che parlava da sé. Non c’è politica che tenga, bruciava un tesoro e di fronte a questo non si pensa a certe cose”.

Sui Social è scoppiata la polemica per l’eccesso di frasi fatte, tipo: “identità simbolo”, “valori di un popolo”. C’è stato davvero un eccesso di retorica?
“Devono fare sempre polemiche su tutto. I Social sono così, è il loro lavoro. Invece era tutto normale. Ricordiamoci che in un Paese desacralizzato come la Francia, dove molte chiese vengono trasformate in supermercati, è chiaro che Notre Dame sia ancora di più un simbolo importante”.

Siamo in un’epoca di un cinismo incredibile, poi una cattedrale che brucia ferma milioni di telespettatori. Ci sono eventi che hanno la capacita di scuoterci?
“Proprio perché viviamo in un mondo cinico abbiamo bisogno di qualcosa che ci unisca. Dovrebbe esserci una Costituzione comune europea”.