Nozze gay, i Tar annullano tutto. Ma gli italiani sono favorevoli

di Elena De Blasi

I matrimoni gay contratti all’estero non possono essere trascritti all’anagrafe dei Comuni italiani. A convalidare quanto già disposto dai prefetti è il Tar del Lazio, che ieri ha detto no alla richiesta avanzata da due coppie. Anche il Comune di Roma aveva deciso di ricorrere al Tar per chiedere l’annullamento del decreto con cui il prefetto Giuseppe Pecoraro aveva formalmente disposto l’immediata cancellazione delle 16 trascrizioni di matrimoni tra omosessuali effettuate dal sindaco della Capitale il 18 ottobre scorso. Anche a Milano, il prefetto Francesco Paolo Tronca ha firmato un provvedimento di annullamento delle 13 trascrizioni dei matrimoni gay contratti all’estero. Tuttavia, da un sondaggio Ispo, l’Istituto di ricerche sociali diretto da Renato Mannheimer, si riscontra nell’opinione pubblica un netto favore al riconoscimento delle unioni gay e dunque un consenso al comportamento dei sindaci “ribelli”. Più di sette italiani su dieci sono infatti d’accordo con l’opportunità di riconoscere legalmente le unioni tra omosessuali. Le questioni che quasi raggiungono l’unanimità dei consensi sono le circostanze in cui vi è la necessità di assistenza sanitaria e ospedaliera al partner, anche se dello stesso sesso, e la possibilità di continuare ad abitare nell’appartamento di proprietà del convivente dopo la sua morte. L’aspetto per il quale la maggioranza degli italiani rimane invece contraria riguarda la possibilità per le coppie gay di adottare un figlio. Da notare che i favorevoli a concedere anche questa opzione non sono pochi, più del 40 per cento, in particolar modo le donne e i giovanissimi.