Un’altra fumata nera. Un altro rinvio. E un’altra giornata decisiva che, anche stavolta, decisiva non è stata affatto. Che l’accordo sull’ex Ilva non si potesse trovare in poche ore era chiaro a tutti, tranne al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, secondo cui già al tavolo convocato la scorsa settimana si sarebbe potuti arrivare alla firma. Come previsto da molti, invece, anche ieri si è deciso per un nuovo rinvio. L’incontro con gli enti locali si è concluso con la sottoscrizione di un verbale che rinvia al 31 luglio la decisione finale, istituendo intanto una commissione tecnica che dovrà individuare entro il 28 luglio una soluzione per garantire l’approvvigionamento di gas in modo sostenibile dal punto di vista economico e ambientale, valutando inoltre la possibilità di realizzare fino a quattro impianti di Dri per coprire il fabbisogno del preridotto per la produzione di acciaio.
Tornando al rinvio, la nuova data non è casuale: il 30 luglio si terrà il primo Consiglio comunale di Taranto e proprio il sindaco della città pugliese, Piero Bitetti, ha chiesto di spostare la decisione finale al giorno successivo. Potendo così, inoltre, approfondire la questione del gas. Mentre viene invece confermata la convocazione per domani della Conferenza dei servizi per il rilascio della nuova Aia. Anche perché, come spiega Urso, l’autorizzazione integrata ambientale è necessaria pure “ai fini sanitari per soddisfare le esigenze del tribunale di Milano” e per mantenere lo stabilimento in attività in attesa di una “piena decarbonizzazione”. Anche in funzione del negoziato, perché “tutti gli attori industriali che hanno presentato l’offerta hanno chiesto come fattore preliminare e abilitante che lo stabilimento abbia l’esercizio a produrre”. Il ministro, nonostante l’ennesimo rinvio, vede comunque i lati positivi, parlando di un “clima collaborativo e costruttivo” con tutti gli attori.
Ex Ilva, rinviato l’accordo e resta in piede il fronte parlamentare
La partita, intanto, si gioca anche in Parlamento. Per Urso sarà “necessario” approvare, con larga condivisione, un “documento parlamentare che sancisca, consacri e impegni i governi al fine di raggiungere l’obiettivo della piena decarbonizzazione del sito siderurgico di Taranto garantendo i livelli occupazionali o comunque consentendo che nessuno resti indietro”. Il dl Ilva è ora in discussione in Parlamento e l’obiettivo è quello di migliorarlo “in corso d’opera”. Intanto, come detto, l’intesa è rinviata. Come aveva previsto in mattinata il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Che è comunque soddisfatto dell’assegnazione a un organismo tecnico del compito di stabilire “quale sia il gas disponibile in questo momento nell’area di Taranto”.
Motivo per cui il presidente pugliese ritiene il rinvio “utile”, in modo da valutare meglio le opzioni industriali. Per Emiliano “questa crisi industriale è giunta a un passo dalla sua possibile definitiva risoluzione, ma anche a un passo da un possibile fallimento, come tutte le cose su cui bisogna trovare un accordo”. Ora l’importante è che il sindaco di Taranto non venga “lasciato solo dal governo, dagli altri enti locali”. D’altronde, proprio Emiliano, prima dell’incontro, aveva attaccato Parlamento e partiti: “Il Parlamento non dice una parola, i partiti non dicono una parola: ci hanno lasciato completamente col cerino in mano”.