Nuova tangentopoli romana. Quel maxiappalto del contact center Inps-Inail da 100 milioni che da 6 anni è sempre nella stesse mani

Tutta l’attenzione è concentrata sull’assunzione in Poste del fratello del ministro Angelino Alfano. Ma se si prova a dare un peso economico alle vicende citate nei verbali della nuova inchiesta sulla presunta tangentopoli romana, quella che ha portato all’arresto di 24 persone e ad alcuni indagati Vip, ci si imbatte in un appalto finora non sufficientemente messo a fuoco. Si tratta della maxicommessa per la gestione del contact center unico di Inps e Inail. Dalle carte emerge che il faccendiere Raffaele Pizza (fratello dell’ex sottosegretario berlusconiano Giuseppe Pizza) si sarebbe attivato per far ottenere una proroga della gara a beneficio dell’impresa guidata da Roberto Boggio. Non si spiega nulla di più. Ebbene, Boggio è direttore generale per l’Europa continentale della multinazionale Transcom. Se si scava un po’ si scopre che quest’ultima, in raggruppamento con Visiant, vinse il delicatissimo appalto per un valore finale di 98 milioni di euro (base triennale) nel lontano 2010. L’aggiudicazione all’epoca non fu priva di polemiche.

ATTRITO – Ci fu un ricorso del raggruppamento escluso, formato da Poste (allora guidata da Massimo Sarmi), Almaviva ed Elsag Datamat (gruppo Finmeccanica). Poste, fino a quel momento, aveva gestito il servizio. In più nelle polemiche finì pure Fastweb, che di fatto era sin da subito emersa come subfornitrice del duo Transcom-Visiant. Il quale, ad ogni modo, riuscì a portarsi a casa la supergara da 98 milioni. Ora, come ha potuto verificare ieri La Notizia, quell’appalto ancora oggi è nella mani di Transcom-Visiant in compagnia della società Indra (già Visiant Galyleo). Sono quindi sei anni consecutivi che la succulenta attività rimane nelle stesse mani. Ma per sancire questa situazione sono state fatte altre gare? O il raggruppamento in questione è rimasto in sella tramite rinnovi e proroghe? Naturalmente La Notizia ha posto la domanda alle parti in causa. Transcom ha confermato che in questo momento il servizio è svolto dall’“Ati Transcom-Visiant-Idra e alcuni partner, tra cui Almaviva”. Alla domanda se per caso l’attività venga svolta in proroga, la società ha risposto che “il contratto di 6 anni (3+1+1+1) è scaduto il 15 giugno 2016”. Il che porta Transcom a sostenere che il servizio adesso è in gestione in regime di proroga “dal 15 giugno del 2016” e “che adesso potrebbe andare in gara in qualsiasi momento”.

IL CONTESTO – Tra l’altro, aggiunge Transcom, la normativa sugli appalti è cambiata e sono diventate applicabili anche in Italia le clausole sociali. Con queste, dice la società, “viene tutelata l’occupazione esistente nel caso di cambio dell’appalto, cosa estremamente rilevante per una commessa che impiega complessivamente oltre 2000 addetti”. Pare di capire, dalle risposte di Transcom, che nella formula “3+1+1+1” gli ultimi tre anni siano da considerare come rinnovi la cui possibilità era contrattualmente prevista.  Nei verbali dell’inchiesta il faccendiere Pizza, in una conversazione del gennaio 2015, rassicura il direttore generale di Transcom dicendogli che per una proroga dell’appalto non ci saranno problemi, viste le asserite possibilità di influire sul presidente dell’Inps Tito Boeri (nominato il 24 dicembre del 2014) e viste le sue conoscenze con l’ex numero uno di Poste Massimo Sarmi. Un fatto è certo: dal 2010 Transcom e Visiant svolgono ininterrottamente il servizio. Ovviamente sulla questione delle proroghe e delle assegnazioni della commessa La Notizia ha chiesto lumi all’Inps. E dalle risposte dell’istituto previdenziale emergono elementi nuovi. Innanzitutto viene chiarito che il contratto per il servizio di contact center unico “è stato stipulato il 15 giugno del 2010 per un periodo di 36 mesi, con facoltà di ulteriori 3 rinnovi annuali”. E da questa indicazione si deduce che Transcom e Visiant hanno proprio beneficiato di 3 rinnovi a partire dal 2013. Nel frattempo, però, l’attività si è ingrandita ed è diventata anche più delicata. Sempre l’Inps, infatti, spiega che “nel corso del 2012 la società Equitalia ha aderito tramite apposita convenzione al contratto del Contact Center Multicanale”. E così, prosegue l’istituto previdenziale, “Inps, Inail ed Equitalia, con propri provvedimenti amministrativi, in considerazione della positiva attività realizzata dagli operatori aggiudicatari, hanno autorizzato la spesa per la prosecuzione del servizio per il periodo 16/6/2013–15/6/2014, 16/6/2014–15/6/2015 e 16/06/2015–15/06/2016”.

IL NODO –  Il problema è che adesso, dopo sei anni, una gara per il rinnovo del servizio andrebbe fatta. Sul punto l’Inps fa sapere che “nel corso dell’ultimo rinnovo annuale del contratto sono iniziate le attività necessarie per definire la documentazione della nuova gara a evidenza pubblica”. Ora, a sentire la struttura oggi guidata da Boeri, l’impianto era pronto a gennaio 2016, ma a un certo punto è stato necessario tenere conto di alcune novità normative: dal recepimento delle suddette clausole sociali alla nuovo codice dei contratti pubblici, per finire con l’obbligatorietà del ricorso alla Consip, la società del Tesoro che cura le forniture di beni e servizi per la Pubblica amministrazione. Adempimenti che, quindi, avrebbero frenato e starebbero frenando il percorso della nuova gara. Ancora l’Inps spiega che il 25 marzo del 2016, in vista della scadenza del contratto fissata per il 15 giugno, ha rappresentato alla Consip la necessità di provvedere all’approvvigionamento dei servizi di Contact center. La società del Tesoro, aggiunge l’ente previdenziale, “il 14 aprile 2016 ha comunicato che presumibilmente pubblicherà una procedura di gara (chiamata convenzione) per servizi di Contact Center multicanale nell’ultimo trimestre dell’anno in corso”. Vista però l’urgenza del servizio, e l’imminente scadenza del contratto, l’Inps “ha provveduto ad elaborare la documentazione tecnica della nuova gara e consolidato il relativo fabbisogno”. Il tutto d’accordo con gli altri enti pubblici coinvolti. La nuova gara può così aver luogo?

INCREDIBILE MA VERO –  Neanche per sogno, perché sulla strada a quanto pare c’è un altro ostacolo. “Poiché per le gare informatiche di importo superiore al milione di euro è obbligatorio il parere di congruità tecnico-economica dell’Agenzia per l’Italia Digitale”, sostiene sempre l’Inps, “il 10 maggio del 2016 l’Istituto ha trasmesso all’Agenzia la documentazione della nuova gara ad evidenza pubblica completa dei fabbisogni aggregati dell’Inps, dopo la soppressione di Inpdap ed Enpals, dell’Inail e di Equitalia”. La palla, quindi, viene tirata nel campo dell’Agenzia per l’Italia digitale. La quale, secondo quanto ora riferisce l’Inps, il primo luglio del 2016 ha trasmesso una nota alla Consip per osservare innanzitutto “che la gara predisposta dall’Inps, viste le sue dimensioni e la sua durata, risulta di estremo interesse e strategicamente significativa per l’intera pubblica amministrazione italiana”. E che di conseguenza “i relativi servizi dovrebbero essere offerti non solo ai clienti attualmente previsti (Inps, Inail, Equitalia), ma anche a ogni eventuale amministrazione pubblica interessata, permettendo così omogeneità di servizio ed economie di scala”. Con la stessa nota, precisa ancora l’Inps, “l’Agenzia per l’Italia Digitale ha richiesto a Consip di verificare che possa fungere da stazione appaltante della gara in questione, compatibilmente con le esigenze operative e i vincoli temporali di Inps/Inail/Equitalia”. Ciò significa, secondo l’Istituto di previdenza, “che Consip, anziché attivare come aveva previsto una procedura di gara nell’ultimo trimestre del 2016, dovrebbe anticipare la gara per i servizi di contact center utilizzando la documentazione già predisposta dall’Inps”. La conclusione è che Inps, Inail ed Equitalia, in attesa della nuova procedura di gara e data la necessità di garantire ed assicurare la continuità del servizio all’utenza, “hanno ritenuto necessario prorogare il servizio in oggetto sino al 31 dicembre del 2016”. E così Transcom e Visiant, a seguito di provvedimenti amministrativi adottati dai tre enti pubblici in questione, hanno beneficiato di una proroga “per la prosecuzione dei servizi di Contact center in corso dal 16/06/2016 al 31/12/2016”. Insomma, una procedura che più farraginosa e bizantina non si può. E che peraltro tiene ancora lontana una procedura di gara. E poi ci si lamenta che per lubrificare questi incredibili passaggi spuntino fuori non meglio precisati lobbisti e faccendieri. Per carità, nessuno giustifica abusi e illegalità, nel caso venissero accertate. Ma questa storia dimostra una volta di più come in Italia il mondo degli appalti sia una giungla a dir poco intricata.