Nuove grane per i Benetton. La Procura di Genova apre un’inchiesta sulle manutenzioni in Liguria. E l’Ad di Autostrade è indagato per i pannelli fonoassorbenti

Nuova tegole per i Benetton. La Procura di Genova ha aperto un fascicolo, dopo una serie di esposti, compreso uno del presidente della Regione Giovanni Toti, in merito ai disagi lungo la rete autostradale ligure dovuti alle ispezioni nei tunnel e i cantieri con gli scambi di carreggiata. I magistrati hanno chiesto chiarimenti al ministero dei Trasporti e direttamente ad Aspi sulle tempistiche degli accertamenti e le modalità e sulla anticipazione della fine delle ispezioni e il differimento degli interventi meno urgenti.

Nell’esposto-denuncia presentato dal governatore Toti era stato evidenziato che “le modalità di programmazione e effettuazione dei lavori poste in essere nelle ultime settimane sembrano improntate principalmente alla tutela di una accezione ‘strutturale’ di sicurezza, legata cioè esclusivamente alla stabilità dell’infrastruttura, senza considerare che la sicurezza deve essere anche valutata nella sua accezione ‘funzionale'”. Nel fascicolo sono confluiti anche gli esposti delle pubbliche assistenze del Levante che lamentavano ritardi nell’assistenza ai pazienti e nel trasporto in ospedale con ambulanze e automediche bloccate nelle code.

Autostrade per l’Italia, in una nota, assicura la massima collaborazione all’autorità giudiziaria per fornire tutte le informazioni che saranno ritenute utili. Le modalità, gli standard e le tempistiche di svolgimento delle attività di ispezione nelle gallerie liguri vengono svolte seguendo rigorosamente le prescrizioni del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, afferma la società.

Ma non è tutto. L’Ad di Aspi, Roberto Tomasi, secondo quanto riferiscono oggi Repubblica e Secolo XIX, è indagato nell’ambito dell’inchiesta sui pannelli fonoassorbenti destinati a essere installati lungo rete autostradale italiana, non in quanto amministratore delegato di Autostrade, ma per la sua presenza nel comitato nuove opere, l’organo tecnico che valutava gli investimenti di Aspi prima che fossero sottoposti al consiglio di amministrazione dell’azienda per essere finanziati.

Lo stesso comitato aveva deciso l’acquisto di una maxi partita di pannelli antirumore, del valore di circa 30 milioni, che, sempre secondo le ipotesi avanzate dalla Procura di Genova, si sono dimostrati pericolosi. Autostrade evidenzia in una nota che Tomas “ha già avuto modo di chiarire ampiamente all’Autorità Giudiziaria la propria posizione. Nell’incontro – che si è tenuto lo scorso gennaio 2020 presso la Procura di Genova – l’ingegnere Tomasi, nello spirito di massima trasparenza, ha prestato piena collaborazione, fornendo ogni informazione disponibile, utile alla specifica indagine”.

L’Ad, riferisce ancora Aspi, “ha chiarito che la sua partecipazione al Comitato Grandi Opere di Aspi avveniva solo con la finalità di presentare alcuni progetti di potenziamento della rete di cui, al tempo, aveva diretta competenza. Di tali progetti non hanno mai fatto parte le barriere fono-assorbenti oggetto di indagine – installate su 60 km su un totale di 3.000 km della rete Aspi – rispetto alle quali Tomasi non ha mai avuto alcuna responsabilità diretta o indiretta”.