Nuovi leader a Sinistra. Adesso tocca a Micciché. Il difensore dei super stipendi della Regione siciliana dà dello str… a Salvini e oscura pure Martina

Sulla nave Diciotti sventolano le nuove bandiere della Sinistra italiana: Pippo Baudo e Gianfranco Miccichè. Chi l’avrebbe mai detto al popolo indottrinato dai cari leader sul palco delle Feste dell’Unità, dove tutti sembrano essere scappati da quando hanno spedito Maria Elena Boschi a preparare i salsicciotti. Non pervenuto Renzi, impalpabile Martina, ancora a leccarsi le ferite i vari D’Alema, Grasso e Bersani, ad emergere dal rumore di fondo dell’opposizione a Salvini sono stati lo strenuo difensore degli indecenti stipendi alla Regione siciliana e il bravo presentatore (per fare una citazione alla Arbore) rimasto a secco della poltrona di presidente della Rai, sulla quale aveva fatto un pensierino mentre si decideva la fallimentare designazione di Marcello Foa. Il più stupefacente dei due è stato ovviamente Miccichè, che al termine di una supercazzola su Facebook ha dato direttamente dello stronzo al ministro dell’Interno. Un perfetto esempio di galateo istituzionale, insomma.

Da perfetto democristiano, Baudo perlomeno ha argomentato il suo punto di vista, aderendo all’appello di personalità e semplici cittadini che pretendono un epilogo dignitoso per i migranti tenuti in ostaggio dall’Europa. Quello che il fronte dell’accoglienza senza condizioni continua a nascondere è che l’Europa – di cui l’Italia fa parte – ha preso degli accordi sulla destinazione di chi arriva sulle nostre coste. Abbiamo salvato in mare le 177 persone adesso a bordo della nave della Guardia costiera, ma non tocca solo a noi fare la parte di tutti. Per questo da giorni il Governo chiede alla Comunità di battere un colpo, e cosa abbiamo ottenuto? Dopo quattro-giorni-quattro a malapena una riunione informale di funzionari dei diversi Paesi Ue, dove ormai è chiaro il mandato assegnato dai capobanda Merkel e Macron: far passare inutilmente il tempo, così da far salire la pressione interna e internazionale su Salvini e il Governo con i Cinque Stelle.

Servi di Berlino – Una spaventosa ingerenza nella nostra politica nazionale, di fronte alla quale i buonisti e i volponi che li manovrano stanno facendo il gioco di chi ha tutto da guadagnare dalla sopravvivenza di un’Italia debole, prostrata e soprattutto disponibile a fare da contenitore a tutti i disperati del mondo. Arrivare a comprendere questa strategia, tutt’altro che sofisticata, non è difficile, e il fatto che le menti meno ottuse dell’opposizione sgangherata al nostro Governo non si sfilino è il segno di una connivenza con gli interessi esteri prima ancora che con quelli nazionali. Per questo motivo, prima ancora che per l’arroganza e il dilettantismo di Renzi, o la perdita di contatto con la modernità dei D’Alema, la Sinistra in Italia è in coma. Una situazione talmente disperata da far riemergere in chiave nazionale personaggi come Miccichè, di sicuro non irrilevanti negli anni in cui la Sicilia affondava sotto il peso di imponenti spese improduttive e clientelari. Un leader incredibile per un fronte di battaglia ancora più inverosimile, dove si stanno saldando le lobby degli industriali (care a Confindustria e i Benetton, per capirci) con magistrati pronti a ipotizzare fantomatici reati pur di mettere all’angolo un Governo che sta semplicemente facendo le cose che gli hanno chiesto di fare gli elettori. Un mandato dove la regolamentazione dei flussi migratori verso l’Italia è ai primi punti, così come la condivisione con i partner europei dell’accoglienza umanitaria dei profughi.

Soliti buonisti – Su questi impegni, d’altra parte, c’è oggi una larghissima convergenza nel Paese. E anche la Sinistra, o la tiepida opposizione di Forza Italia (tranne quando si torna a parlare di ridiscutere le concessioni televisive alle aziende del Cavaliere) è favorevole. Poi però, di fronte alle situazioni più acute, i buonisti si scordano tutto e si uniscono alle fila dei sempliciotti secondo cui il traffico di disperati verso l’Italia finirà per miracolo divino, senza azioni forti e di rottura come quelle che Salvini e Di Maio stanno faticosamente portando avanti nei confronti dei mercanti di uomini, del menefreghismo di Bruxelles, dell’ipocrisia dei nostri partner europei, degli interessi francesi in Libia (da dove partono i barconi), delle sponsorizzatissime Organizzazioni non governative, del rischio di finire indagati e scomunicati.