Giochi da 5 miliardi. Ecco il sogno di Roma con la promessa di appalti trasparenti

di Francesco Bonazzi

La Patria lo vuole. Nel giorno in cui il comitato promotore e il Coni svelano trionfalmente il budget previsto per le Olimpiadi, oltre 5 miliardi di euro, Sergio Mattarella benedice la corsa per “Roma 2024”. “La candidatura di Roma a ospitare i Giochi Olimpici e Paralimpici del 2024 è una sfida che sollecita le capacità progettuali del Paese e che ne mette alla prova visione, qualità e risorse”, scrive il presidente della Repubblica in un messaggio. E poi aggiunge un parallelo impegnativo: “Come le Olimpiadi del 1960 segnarono un passaggio importante nello sviluppo economico e sociale dell’Italia, il mio auspicio è che le Olimpiadi del 2024 possano diventare il crocevia di una nuova crescita contrassegnata da qualità e sostenibilità”.Già, qualità e sostenibilità, mica facile nel paese di ecomostri e cattedrali nel deserto.

DENARI – Partiamo dai soldi, che fanno gola a tante imprese e ai big delle costruzioni e delle opere civili. Ieri il presidente del comitato organizzatore, Luca Cordero di Montezemolo, ha fornito le prime cifre ufficiali. Le spese ritenute sicure ammontano a 5,3 miliardi di euro, così ripartiti: 2,1 miliardi per gli impianti sportivi fissi e 3,2 miliardi per le strutture temporanee, per l’organizzazione e per la gestione dell’appuntamento olimpico. Le due opere più prestigiose e impegnative tra quelle che rimarranno anche dopo che gli atleti di tutto il mondo se ne saranno andati dalla capitale sono senza dubbio il Media Center nell’area di Saxa Rubra e un villaggio olimpico da ben 17.000 posti a Tor Vergata. Nell’elenco figurano poi un’arena per il ciclismo, un parco naturale per le gare di canottaggio, le famose vele di Calatrava e lo stadio Flaminio per le partite di rugby a sette. E la copertura dei costi? Qui bisogna fare il consueto atto di fede, come per tutti i “grandi eventi” all’italiana. Montezemolo e Giovanni Malagò, presidente del Coni, hanno spiegato che le spese dello Stato per gli impianti permanenti saranno ripagate e sopravanzate da una crescita del Pil di quattro decimali, dalla creazione di 170.000 nuovi posti di lavoro e da un beneficio economico che sfiorerà i 3 miliardi di euro. La partita delle strutture temporanee dovrebbe invece essere garantita dai contributi del Cio, dagli sponsor e dalla vendita dei biglietti e dei diritti televisivi. Si vedrà, ma intanto si parte con un budget inferiore a quello di Parigi, che oscilla sui 6-7 miliardi ed è già ritenuto una soluzione a basso costo.

IL PIANO – Il Coni vuole anche spalmare l’Olimpiade un po’ su tutto il Paese, in modo che non partano le solite accuse su Roma arraffa-tutto. E allora ecco che le regate si terranno a Cagliari (Bari è stata in lizza fino all’ultimo), mentre i gironcini del campionato di calcio andranno in scena in 11 città: Torino, Milano, Genova, Verona, Udine, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Palermo. Malagò ha svelato che in questo momento “gli stadi che in Italia hanno i requisiti sono quattro”, ovvero Juventus Stadium, San Siro, il nuovo “Friuli” di Udine e l’Olimpico di Roma, sul quale però “bisogna fare l’ultimo intervento per la parte tecnologica per gli Europei 2020 già assegnati”. E chissà che per le eventuali Olimpiadi non sia invece pronto anche l’impianto che James Pallotta, presidente della Roma, sogna di costruire a Tor di Valle. Visti i miliardi in ballo, e i precedenti penali preoccupanti sui Mondiali di Nuoto del 2009, il Coni ha anche annunciato la costituzione di un comitato di “garanti” dove siederanno magistrati di varia estrazione, in modo da sottoporre a uno screening accurato ogni singola gara d’appalto. Gare che saranno tutte internazionali, ha promesso il vicepresidente del comitato, Luca Pancalli. Insomma, massima trasparenza, promettono gli organizzatori.