Le Lettere

Olocausto in Israele

Non mi stupirei se Netanyahu attaccasse l’Iran per distrarre il mondo dall’etnocidio di Gaza, che neppure i Paesi amici riescono più a negare. Come finirà?
Eliseo Bardo
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Gentile lettore, forse finirà col dare tutte le colpe a Netanyahu e per il resto business as usual. Sarebbe un finale infausto, perché il mostro non è solo Netanyahu: è l’insieme della società israeliana, pur con le debite eccezioni. Nell’ottobre 2023 in pieno eccidio (un bimbo palestinese ucciso ogni 10 minuti) un sondaggio dell’Università di Tel Aviv appurò che il 94,1% degli israeliani approvava le stragi e solo l’1,8% le riteneva eccessive. Da un sondaggio di due mesi fa risulta che l’82% della popolazione ebrea è favorevole a una totale pulizia etnica. Come vede, il mostro non è un uomo, è una società dove l’umanità è deragliata e il dibattito pubblico verte sull’eliminazione di un popolo e la supremazia degli ebrei nel mondo. Una società che non rappresenta né la cultura né la religione ebraica ed è disconosciuta da molta della diaspora ebraica. Una società fanatizzata in uno Stato nato da un’ideologia etnico-coloniale-messianica (tale è il sionismo) con il criminale esproprio di terre atavicamente palestinesi. Albert Einstein, ebreo, definì i sionisti “deviati e criminali” (“misled and criminal”). Ripetiamo forte e chiaro ciò che Hajo Meyer, fisico ebreo tedesco-olandese scampato ad Auschwitz, scrisse nel suo libro La fine dell’ebraismo, critica all’olocausto in Israele: “Se vogliamo rimanere umani, dobbiamo alzarci e chiamare i sionisti per ciò che sono: criminali nazisti” (Het Einde van het Jodendom, Amsterdam, 2003).