“La campagna di vaccinazione contro l’epidemia Covid sta registrando un confortante incremento”. Ha fatto sapere, questa mattina, il Commissario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri. “Da lunedì 22 febbraio sono state effettuate in media oltre 100mila somministrazioni al giorno – ha aggiunto – e ieri, mercoledì 24 febbraio, è stato raggiunto il picco di 102.433 dosi”.
Numeri che, tuttavia, non convincono la Fondazione Gimbe, secondo la quale, al 24 febbraio, hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose solo 1,34 milioni di persone (pari al 2,25% della popolazione), con marcate differenze regionali: dal 1,58% dell’Abruzzo al 4,17% della P.A. di Bolzano.
“Se l’obiettivo della prima fase della campagna vaccinale – spiega il presidente della stessa Fondazione, Nino Cartabellotta – era proteggere, oltre al personale sanitario e socio-sanitario, le persone più fragili (ospiti RSA e over 80), aver somministrato oltre 655 mila dosi (17,7%) al personale non sanitario stride con l’esigua copertura degli over 80: su oltre 4,4 milioni solo 380 mila (8,6%) hanno ricevuto la prima dose di vaccino e circa 127 mila (2,9%) hanno completato il ciclo vaccinale. Un’inversione di priorità, non prevista dal piano vaccinale, che sta ritardando la protezione della categoria che ha pagato il tributo più alto in termini di vite umane”.
“Per uscire dalla pandemia – conclude Cartabellotta – è necessario un netto cambio di passo del Governo Draghi. Innanzitutto, incrementare le forniture lavorando ad accordi vincolanti tra Europa e aziende produttrici ed eventuale produzione conto terzi in Italia, oltre ad accelerare le somministrazioni attraverso uno stretto monitoraggio regionale per identificare eventuali criticità”.