Oltre 10mila malati di Coronavirus in Italia. Duemila contagi e 196 morti in più in 24 ore. Per l’Oms è pandemia

E’ pandemia. L’Oms, non ha più dubbi, il Coronavirus sta raggiungendo ogni angolo del pianeta. Il numero di Paesi colpiti dal virus Covid-19 è triplicato, siamo ad oltre 121mila casi in 114 nazioni con più di 4mila vittime. Per il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, “nei giorni e nelle settimane a venire”, con ogni probabilità, ci sarà “un aumento del numero di casi, del numero di morti e del numero di Paesi colpiti”. Uno scenario che si era già percepito, in Italia, dalle parole pronunciate, ieri mattina, dal direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di Sanità, Giovanni Rezza, secondo il quale, almeno per ora, i contagi continueranno ad aumentare e i prossimi “14 giorni saranno cruciali per capire l’andamento” della malattia.

Andamento che oggi ha segnato il superamento dei 10mila contagi, 10.590 secondo l’ultimo censimento reso noto dal capo della Protezione civile, Angelo Borrelli. Due i numeri più significati, anche se legati a un ritardo di comunicazione da parte della Lombardia: in 24 ore, tra ieri e oggi, si sono registrati oltre 2mila contagi in più e 196 decessi. Ma il trend, ha precisato il numero uno della Protezione civile, “è in linea con i giorni scorsi”. Le persone guarite sono 1.045. I deceduti 827, ma il loro numero dovrà essere confermato dall’Iss. Sono 1028, invece, quelle in terapia intensiva e 5.838 quelle sintomatiche. La Lombardia resta la regione più colpita, con 5.763 casi, seguita dall’Emilia-Romagna con 1.588 e dal Veneto con 940.

Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 5.763 in Lombardia, 1588 in Emilia-Romagna, 940 in Veneto, 480 in Piemonte, 461 nelle Marche, 314 in Toscana, 181 in Liguria, 149 in Campania, 125 nel Lazio, 110 in Friuli Venezia Giulia, 71 in Puglia, 74 nella Provincia autonoma di Trento, 75 nella Provincia autonoma di Bolzano, 81 in Sicilia, 44 in Umbria, 37 in Abruzzo, 37 in Sardegna, 19 in Valle d’Aosta, 17 in Calabria, 16 in Molise e 8 in Basilicata.

Difficile prevedere quando ci sarà il picco, perché, ha spiegato ancora Rezza, “si tratta di un virus nuovo e fino ad ora abbiamo avuto scenari diversi: prima un aumento di casi in assenza di interventi di distanziamento sociale, poi c’è stata la misura nelle zone rosse e solo da poco. Stiamo vedendo piccoli segnali positivi dalle zone rosse”. L’invito alla popolazione è sempre lo stesso: rispettare scrupolosamente le misure di prevenzione. Se ci sarà un ulteriore stretta non è ancora certo. “Il consiglio che mi sento di dare – ha detto Borrelli – è quello di uscire solo per lo stretto necessario e indispensabile. Sulla misura di chiusura generalizzata è una cosa che deve essere valutata e al momento non ci sono decisioni, soprattutto non sono cambiate le valutazioni fatte precedentemente”.